Sarkozy vola dalla Merkel. Tremonti: rischio di catastrofe

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FRANCOFORTE – Cresce l’allarme Europa, e il tandem franco-tedesco tenta contrattacchi radicali. Appena finita la festa per Trichet e Draghi all’Opera di Francoforte, un vertice straordinario sul futuro dell’euro e dell’economia internazionale ha riunito qui Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, il governatore uscente della Bce e il suo successore, la direttrice del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde, i due massimi esponenti della Ue, i presidenti della Commissione Barroso e dell’esecutivo van Rompuy. Vertice a porte chiuse, nessun comunicato finale. Vertice per pochi eletti e con molti esclusi a pochi giorni dal summit europeo a 27 del weekend. A parte Draghi, nessun italiano al tavolo. Mentre l’angoscia sale: «La crisi può assumere dimensioni catastrofiche», ha ammonito a Roma il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, secondo cui «gli eurobond sono l’unica via». Non meno pessimista Hermann van Rompuy: «La situazione sta peggiorando, urgono azioni decise».
Il summit informale della tarda serata è stato l’epilogo d’una giornata aperta da voci e notizie che avevano confortato i mercati. Prima quella della determinazione franco-tedesca ad aumentare significativamente le capacità  del Fesf, il fondo europeo salva-Stati. A 1000 miliardi, scriveva il Financial Times Deutschland, a 2000 a detta del Guardian. Cifre quindi tali da assicurare anche la difesa di due economie delle dimensioni di Spagna e Italia. Berlino e Parigi, diceva poco dopo un’anticipazione del settimanale Die Zeit in edicola oggi, vogliono affrontare la crisi chiedendo al summit del weekend più Europa politica. Una rifondazione della Ue, modifiche sostanziali ai trattati europei, più coordinamento delle politiche finanziarie e fiscali e più poteri d’intervento Ue nelle scelte nazionali dei Paesi iperindebitati o incapaci di risanarsi.
Riscrivere i Trattati, aprire la strada a forme di commissariamento dei Paesi in crisi: l’idea tedesca si fa strada appoggiata da Parigi, e prima della cerimonia per il cambio della guardia alla Bce, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy ne hanno parlato a lungo in teleconferenza a due. Restano però divergenze: la Francia inquieta per il suo rating, le sue banche e la sua debole crescita vorrebbe più capacità  d’intervento di Fesf e Bce. Berlino dissente, ma intanto dimezza le sue prognosi di crescita economica per l’anno prossimo dall’1,8 all’1 per cento. Il tempo stringe. A metà  pomeriggio, veniva l’annuncio dall’Eliseo: il presidente, dopo una breve visita in clinica alla first lady Carla Bruni sul punto di partorire, è salito sull’Airbus Vip dell’Armée de l’air per raggiungere Francoforte. Senza l’Italia di Berlusconi, si è tenuto il pre-summit decisivo. «Euro ed Europa hanno destini indivisibili, e sono scelte che la Germania non rinnegherà  mai», ha detto Angela Merkel. Ripetendo però il monito che l’altro giorno aveva stroncato i mercati: la soluzione della crisi è lunga e difficile. Ci vuole un salto di qualità  della politica, il passaggio a una vera unione economica, ha avvertito Trichet. La situazione è grave, almeno su questo concordano i partecipanti al consulto di Francoforte e gli esclusi. Tanto grave che la presidente dell’Fmi, Christine Lagarde, parteciperà  eccezionalmente al vertice europeo del weekend.


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