Record degli sfratti per morosità uno ogni 380 famiglie, il doppio del 2000
ROMA – Non solo è difficile arrivare a fine mese, ma per molte famiglie è pesante anche pagare puntualmente il fitto di casa. I ritardi negli ultimi mesi si sono moltiplicati tanto da far raddoppiare in 10 anni gli sfratti per morosità : erano poco più di 25 mila nel 2000 sono schizzati a oltre 56 mila l’anno scorso. In sostanza si è arrivati a uno sfratto ogni 380 famiglie, rispetto ad uno ogni 539 famiglie nel 2001 e a uno sfratto ogni 401 famiglie nel 2009.
Se nel 1983 gli sfratti per morosità rappresentavano il 13% dei provvedimenti di rilascio forzoso emessi, nel 2000 sono saliti al 64,5% per attestarsi lo scorso anno a quota 85,7%. Le cifre evidenziano una situazione allarmante che emerge da uno studio del Sunia, il sindacato degli inquilini che ha fotografato anche le realtà locali.
A livello provinciale, è Brescia che guida la classifica con un vistoso 94,96%, seguita da Vicenza con il 94,55%, Modena con il 93,87% e da Torino con il 92,09%. Il peso delle ingiunzioni si sente soprattutto nelle realtà industriali e nelle aree metropolitano dove hanno influito le crisi industriali e il precariato.
La crescita così forte degli sfratti è stata determinata anche da canoni di locazione mediamente alti: molte famiglie, pur di trovare una soluzione abitativa, hanno firmato contratti di locazione che non sono in grado di onorare. Così scatta lo sfratto per morosità che porta, in molti casi, a soluzioni precarie come andare ad abitare presso familiari rafforzando, così, il fenomeno della coabitazione.
Ad aggravare ulteriormente la posizione degli inquilini con redditi bassi si è aggiunto lo “svuotamento” del Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione che ha il preciso scopo di agevolare gli inquilini con reddito basso a pagare l’affitto.
L’integrazione poteva essere richiesta quando il reddito complessivo annuo imponibile del nucleo familiare non era superiore a due pensione minime Inps rispetto al quale l’incidenza dell’affitto non doveva essere inferiore al 14%. Per i nuclei familiari con un reddito non superiore a quello fissato dalle regioni per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica, l’incidenza dell’affitto doveva risultare non inferiore al 24%.
Da dati pubblicati sul sito lavoce.info emerge che nel 1999 era previsto uno stanziamento di 388 milioni e 778 mila euro. Queste risorse si sono lentamente prosciugate: nel 2010 erano scese a 143 milioni e 826 mila euro. Ma il crollo è avvenuto con il varo della legge di stabilità che ha drasticamente ridotto gli stanziamenti a oltre 33 milioni di euro per il 2011 e il 2012, per fissarli per il 2013 al lumicino: 14 milioni e 313 mila euro.
«Siamo di fronte alla dismissione da parte governo – spiega Claudio Fantoni, assessore alla casa del comune di Firenze e delegato Anci alle politiche abitative – degli interventi a sostegno della fascia di popolazione più a disagio, quella che non ha risorse per assicurarsi un’abitazione. Di fronte ad una necessità quantificata in un miliardo e mezzo all’anno non restano che una manciata di milioni di euro».
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