“Piangi con me Argentina” Cristina come Evita

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Dopo il Tango, Che Guevara, Maradona, Perà³n ed Evita, l’Argentina sembra pronta a confezionare un altro mito: quello di Cristina. Vedova da un anno di Néstor Kirchner, l’ex presidente che nel 2007 le aveva passato, in una insolita successione matrimoniale, il bastone del comando, Cristina Fernà¡ndez de Kirchner s’avvia a vincere, per la seconda volta, le elezioni di domenica prossima. Cinquantotto anni, ancora bellissima, Cristina ha superato tutte le prove consolidando nel nome del marito, il presidente che trascinò l’Argentina fuori dalla bancarotta del 2001, un potere ed una capacità  di governo per i quali, quando venne eletta la prima volta quattro anni fa, pochi avrebbero speso un centesimo. «Gli argentini hanno eletto lei ma governerà  lui nell’ombra», scrivevano tutti i commentatori. E invece no. Néstor è morto all’improvviso d’infarto il 27 ottobre dell’anno scorso e Cristina corre per un secondo mandato con grandi possibilità  di successo. Certo il lutto l’ha aiutata. All’inizio di quest’anno sondaggi un po’ impietosi le attribuivano appena il 20 per cento dei consensi, adesso è oltre il 50 percento. Merito dell’economia e della vedovanza, dicono gli scettici a Buenos Aires. E in effetti il Pil vola da tempo grazie alla domanda brasiliana e cinese di materie prime e prodotti agricoli argentini, e lei piange.
Da un anno Cristina veste rigorosamente in nero, cita sempre il marito chiamandolo semplicemente “Lui”, parla in pubblico del suo dolore e sembra sempre ad un passo dalle lacrime. Ci fu un tempo nel quale i giornali parlavano di questa ex ragazza borghese di provincia – è nata e cresciuta a La Plata – come di una “Evita Botox” per i numerosi interventi di chirurgia plastica e per i suoi favolosi capricci ma, dopo la morte di Néstor, sono diventati più rispettosi. Ed anche lei, nonostante alcuni eccessi, appare cambiata. Era diventata famosa per gli 80 mila dollari spesi a New York nell’acquisto di venti paia di scarpe; per le lenzuola di seta della sua suite presidenziale di 280 metri quadrati durante le Assemblee annuali delle Nazioni Unite; perché beve solo una marca di acqua minerale – la Nestlé – , mangia tanta cioccolata e non indossava mai due volte lo stesso tailleur; per i suoi ritardi epici, tanto che una volta al G-20 costrinse tutti i capi di Stato, che l’avevano attesa per oltre mezz’ora, a rifare la foto ufficiale: oggi, invece, è l’immagine della donna afflitta che vince rispetto alla First Lady viziata e vanitosa.
Ha iniziato rinunciando a partecipare all’insediamento del nuovo presidente brasiliano, Dilma Rousseff, il primo gennaio di quest’anno «perché – era scritto nelle scuse ufficiali – addolorata dalla morte del marito» preferiva trascorrere il Capodanno con i due figli. Poi ha annullato una visita a Cuba «perché vedova da poco». Poi in Paraguay «perché fa troppo caldo». E via così, rammentando sempre ad argentine ed argentini la sua fragilità  di ex moglie. E loro se ne sono innamorati. L’ottima fase economica, i programmi sociali (come il credito agevolato ai pensionati) e l’accento forte a favore dei processi contro i militari dell’ultima dittatura, per anni indultati e graziati, hanno fatto il resto.


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