“Fiat sbaglia, restare in Confindustria conviene”

Loading

TORINO – Non è vero che Confindustria non ha lavorato per modernizzare le relazioni sindacali e non c’è alcuna oggettiva convenienza a rimanerne fuori. Emma Marcegaglia scrive una lettera ai presidenti regionali dell’associazione degli imprenditori per sostenere le sue ragioni «dopo l’annuncio che Fiat intende lasciare Confindustria a partire dal 1 gennaio 2012». Una scelta che suscita «disappunto» perché, spiega Marcegaglia «non c’è alcun contrasto» tra l’accordo interconfederale sottoscritto con i sindacati il 28 giugno e l’articolo 8 della manovra del governo «come ha detto lo stesso ministro Sacconi». Naturalmente, ed è la stoccata di Marcegaglia a Marchionne «per poter utilizzare questi strumenti occorre trovare il consenso sindacale». Poi la difesa sull’altro fronte, quello del centrodestra che accusa Confindustria di fare politica antigovernativa: «Confindustria è la voce libera e autonoma degli imprenditori».
La mossa di Marcegaglia ha fatto pensare al tentativo di arginare una presunta emorragia di iscritti dopo l’annuncio di Fiat. In viale dell’Astronomia negano con decisione. Giurano anzi che le lettere di disdetta finora recapitate sono solo due. E che si tratta di casi particolari: Giorgio Jannone del gruppo Pigna è un parlamentare del Pdl e dunque la sua defezione farebbe parte della macchina del fango montata dal Cavaliere contro Emma Marcegaglia per punirla degli attacchi al governo.
La seconda defezione, quella dell’industriale salernitano Agostino Gallozzi sarebbe invece una trovata per trasformare in caso politico nazionale una banale rissa locale tra soci finita di fronte al collegio dei probiviri. In ogni caso, a smentire i tentativi del centrodestra di rappresentare Emma Marcegaglia come una pericolosa alleata dei comunisti della Cgil, è il fatto stesso che al momento Mediaset non ha annunciato disdette dell’iscrizione e, anzi, Fedele Confalonieri siede nella giunta dell’associazione degli imprenditori. Così, nonostante gli annunci della destra su imminenti emorragie, l’unica fuoriuscita davvero di peso continua ad essere quella di Sergio Marchionne. Ed è evidente che a Torino i motivi del contrasto non riguardano certo la linea di viale dell’Astronomia nei confronti del governo. Questo sembra anzi il terreno su cui Marchionne e Marcegaglia sembrano meno distanti. Quando l’ad chiede «serietà  e coerenza nell’affrontare i veri problemi dell’Italia», difficilmente pensa al partito della gnocca. Piuttosto il vero effetto della mossa di Torino sul libro soci di Confindustria si vedrà  tra un anno quando la produzione Fiat riprenderà  gradualmente (crisi permettendo) e i ritmi potrebbero richiedere il ricorso massiccio agli straordinari: «In quel caso – diceva nei giorni scorsi un imprenditore della fornitura – potrebbe diventare necessario uscire da Confindustria per avere contratti più flessibili. Ma oggi il problema è inverso: dobbiamo trovare le commesse». Tra un anno, quando si spera che la filiera dell’auto possa cominciare a lavorare, al vertice potrebbe arrivare Alberto Bombassei, l’uomo che più di altri ha tentato la mediazione tra Marcegaglia e Marchionne, anche se ieri nella corsa si è aggiunto Andrea Riello, candidato dall’esecutivo di Confindustria del Veneto.


Related Articles

La via industriale al capitalismo buono

Loading

La querelle, in corso dall’inizio dell’anno, sulla riduzione di denaro facile nel sistema finanziario globale pare risolversi in una scelta di continuità con le politiche monetarie espansive. Magari con una riduzione d’intensità, queste politiche sostanzialmente proseguiranno negli Usa, in Giappone, come in Europa.

«Evitare il destino della Grecia Ci battiamo per questo ogni giorno» Il richiamo alla politica Il prezzo altissimo

Loading

Monti: lì 1.725 suicidi. In metà  famiglie italiane disagio per il lavoro Per il Professore è necessaria la riforma della «governance»: una parte dello scetticismo sull’Italia dipende da questo Il premier: la crisi impone un prezzo altissimo e qualche volta ci sono esperienze che si chiudono nella disperazione

Nasce il Fondo taglia-tasse coperto con la spending review

Loading

Vertice Letta-Van Rompuy. “Noi sulla strada giusta”.“Nuovi sforzi” La manovra   

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment