Primo sì di Berlino all’Europa C’è l’accordo sulle banche

by Sergio Segio | 23 Ottobre 2011 7:34

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BRUXELLES — La Germania prova a prendere il timone dell’Europa in crisi, e la Francia si fa da parte. Tutti gli altri assistono. Almeno per ora, sembra prevalere la ricetta tedesca: il Fondo salva Stati non farà  da «bancomat» per i Paesi più indebitati come l’Italia o la Spagna, ma assicurerà  una parte dei loro titoli di Stato contro i rischi di perdita. Parigi avrebbe voluto di più, ma si profila comunque una linea d’azione, l’antidoto all’inerzia. Soprattutto, dopo 10 ore filate di negoziati, è stata raggiunta l’intesa sulla ricapitalizzazione delle banche, che dovrebbe essere annunciata oggi: 107-108 miliardi di euro, che compenseranno le perdite sopportate in prospettiva dalle stesse banche per alleviare il debito greco. «Decisioni importanti», come ha commentato il cancelliere dello Scacchiere britannico George Osborne. «Siamo vicini a una visione più realistica della situazione in Grecia», dice Angela Merkel.
A poche ore dal vertice che oggi riunirà  i capi di Stato e di governo della Ue, questi sono i risultati delle trattative fra i ministri finanziari e dell’incontro serale a 4 fra i leader di Germania e Francia e quelli della Ue. O delle molte telefonate intercorse fra Angela Merkel e Nicolas Sarkozy: una maratona con l’urgenza dei momenti più drammatici. La cancelliera tedesca, il presidente francese, il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso e il presidente stabile della Ue, Herman Van Rompuy, dovevano concordare una cura contro il «contagio greco», che minaccia Italia e Spagna zavorrate dal loro debito. Tutto nasce dalla constatazione che il Fondo salva Stati (440 miliardi) non potrebbe fare oggi la cosa più importante, cioè aiutare Roma e Madrid. Parigi suggeriva di trasformarlo in una banca, alimentata dalla Banca centrale europea. Per Berlino il Fondo deve solo assicurare — contro i rischi di perdite — il 20-30% dei nuovi titoli di Stato emessi dalle nazioni più fragili. La Francia, sotto scacco da parte delle agenzie di rating, ha ritirato ora la sua proposta. Quanto alla Germania, ha paletti invalicabili: non un euro in più, nel Fondo salva Stati, dei 211 miliardi che già  vi mette. Per dirla con il ministro dele finanze Wolfgang Schà¤uble: «Non un euro in più. Punto». C’è anche una seconda parte della ricetta tedesca anticrisi: controlli più severi sui governi «cicale», fino alla possibilità  di portarli davanti alla Corte di giustizia Ue; e modifica dei Trattati perché la Ue possa vagliare i bilanci prima dei Parlamenti.
Oggi, si vedrà  la reazione degli altri Paesi. Per tutti, valgono le parole di Nicolas Sarkozy: «Fra adesso e mercoledì dobbiamo trovare una soluzione ambiziosa e definitiva. Non c’è altra scelta».

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