Piano casa del Lazio, giunta contro governo Via dieci assessori
ROMA — Altro che Piano Casa. Quello della Regione Lazio è un terremoto, tutto interno al centrodestra. Dopo che il governo, su richiesta dei ministri Galan e Prestigiacomo, ha impugnato di fronte alla Consulta la legge che consentiva di costruire anche piste da sci, porti e campi da golf, la governatrice Renata Polverini chiama in causa il premier: «Berlusconi ha infranto il giuramento di San Giovanni». Quello sancito nella primavera del 2010, sulla piazza recentemente teatro degli scontri dei black bloc, durante la campagna elettorale per le regionali. Quel giorno, sul palco, Berlusconi chiamò i candidati governatori del Pdl ed enunciò un giuramento in dieci punti, tra cui il Piano Casa.
La Polverini ricorda: «Ci hanno sbeffeggiato tutti: quella scena era un po’ particolare, ma pensavo che dietro la forma ci fosse anche la sostanza. Invece alcuni di quei giuramenti sono già stati infranti». Parole dure, che arrivano dopo diverse prese di distanza della presidente nei confronti del premier: dai candidati «polveriniani» alle amministrative del 2011 al voto sui referendum, fino ai tagli della finanziaria. Lo «strappo», ora, è più profondo: «Ho mandato giù — dice la Polverini — di tutto, ho fatto finta di non vedere, di non sentire, ho coperto certe situazioni perché cercavo di difendere il governo. Ma così non si può più andare avanti». Ieri i primi effetti. I dieci assessori del Pdl in giunta si sono dimessi: «Un gesto forte, che ho apprezzato. Ho la lettera in tasca, domani (oggi, ndr) deciderò cosa fare». Data non casuale: la Polverini, oggi, vedrà Angelino Alfano. «Lui — dice la governatrice — ha cercato di aiutarci, anche se non è più nel Cdm, provando a convincere i ministri a non impugnare il Piano Casa». La critica è dura: «Questo governo è ostile verso il Lazio: era più benevolo con la giunta Marrazzo. Forse è vero che esiste una cabina di regia che decide quali regioni si devono sviluppare e quali no».
Poi la frecciata: «Ora ha ragione l’opposizione: il Piano Casa, così com’è, è solo per i costruttori. Ci difenderemo alla Consulta: non c’è spazio per le mediazioni. Se il Pdl vuole cambiare il Lazio bene, altrimenti non ci sto più». Si dimette anche lei? «Vediamo cosa succede».
La Prestigiacomo è possibilista: «I rilievi del ministero dell’Ambiente sono superabili modificando la legge. Per la pista da sci al Terminillo è un problema di metodo». Mentre il sottosegretario al Mibac Francesco Giro, criticato da pezzi del centrodestra, chiede «che cessi il fuoco amico contro di me». Ma la bagarre si sposta su altri temi: «Sul piano rifiuti — dice la Polverini — non sono più serena e non me la sento di andare avanti: non posso correre lo stesso rischio del Piano Casa. Lì serve altro, e ce lo posso mettere solo se chi ha vinto le elezioni con me mi sostiene. Lo dirò ad Alfano: aspettiamo lo sblocco di centinaia di milioni dal governo». L’Udc, che nel Lazio è in maggioranza e che — col vicepresidente Luciano Ciocchetti — ha scritto il Piano Casa, difende il provvedimento: «Il governo dovrebbe occuparsi d’altro», dice Lorenzo Cesa. Il centrosinistra attacca: «La Polverini si dimetta», dice Vannino Chiti (Pd).
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