Per dodici mesi riceverà il 60 per cento del propriol stipendio, per poi essere licenziata
Athinà lavora al Catasto, società cui lo Stato partecipa per il cento per cento e della quale, a oggi, ancora non si sa se sarà venduta ai privati o fusa con un’altra. Quello che conta, per Athinà , è che lei e i suoi colleghi sono considerati in eccesso e saranno “messi in disponibilità “, meccanismo di recentissima invenzione, per il quale riceveranno, per dodici mesi, il 60 per cento del loro stipendio, per poi essere licenziati.
“Mi chiedo se qualcuno si ricorda ancora perché la Costituzione preveda l’irremovibilità degli statali. Si tratta di garantire la nostra indipendenza ma ora siamo tutti trattati alla stregua dei peggiori parassiti. Tutti, come se fosse colpa nostra se la Grecia si trova dove si trova. Tutti, senza discriminazioni quando, invece, è il progetto che ha in mente il Governo a essere profondamente discriminatorio: verranno preferiti, cioè sacrificati per primi, gli statali prossimi al pensionamento e quelli che non possiedono un titolo di laurea. Io questo lo definisco razzismo governativo; un ‘vecchio e ignorante’ deve essere eliminato come spesa inutile. Molta parte della società greca ha creduto a quella che credo essere stata una ben concertata manipolazione dell’opinione pubblica, per cui si sente ovunque che molti degli statali sono perfettamente inutili. Sono d’accordo, questo è vero ma solo in parte. Tanti dimenticano che i privati hanno come primo e ultimo obiettivo il guadagno che, come tale, non garantisce né qualità né, ovviamente, l’accessibilità a tutti dei servizi. Insomma, trovo quasi surreale pensare che il controllo della qualità dell’acqua potabile sarà ceduto ai privati. Sono cose ovvie ma in Grecia l’ovvietà è divenuta l’eccezione”.
La raffica di notizie continua e tutte sono ugualmente preoccupanti: l’eurogruppo ancora non ha deciso circa l’erogazione della sesta tranche del mega-prestito di 110 miliardi e certezze non vi sono: fino a quando avrà soldi lo Stato greco? Il Ministro delle finanze, Evanghelos Venizelos, assicura che, fino al 15 di novembre, lo Stato potrà pagare stipendi e pensioni. Eppure, ogni ritardo pare l’occasione perché la troica, fedele a uno uno scenario che si ripropone puntuale prima del rilascio di ogni tranche del prestito, esiga sempre più. Un ricatto, sostanzialmente, messo in atto dai creditori nei confronti dell’esecutivo greco, il quale tratta con le spalle al muro: questa volta si esige l’abolizione della contrattazione sindacale nazionale. Cosa che, molto semplicemente, significa l’ulteriore riduzione del minimo salariale, che sarà libero di scendere al di sotto di quello oggi garantito: poco più di 500 euro netti, mentre l’imponibile fiscale è stato abbassato ai 5mila euro l’anno.
“L’incertezza, la crisi, l’ansia sono entrate in casa mia; ho ceduto e non riesco più a chiudere i cattivi pensieri fuori dalla porta. Un modo per combattere il malessere che ci attanaglia tutti, in ufficio, in famiglia, per strada, l’ho trovato nella lotta sindacale. I lavoratori, sia nel settore pubblico che in quello privato, siamo accomunati dalla tragicità degli eventi. Allo sciopero generale del 5 ottobre e alla manifestazione devono partecipare tutti. Questo spero e questo desidero. Che tutti siano presenti e, chi ancora non lo è, divenga solidale con gli altri”.
Agli inizi di settembre, il Primo Ministro, Ghiorgos Papandreou, aveva dichiarato che obiettivo del suo Governo è quello per cui in ogni famiglia ci sia almeno un lavoratore.
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