Pechino compra la Svezia, cinesi anche le Saab
BERLINO – La lunga marcia dell’industria e degli investitori cinesi nel mondo libero prosegue a passo sempre più spedito, e soprattutto con obiettivi e priorità strategiche sempre più chiare: acquisire eccellenze, know how tecnologico, teste di ponte su segmenti di mercato qualificati. Saab automobile, l’antica, gloriosa azienda svedese da tempo sull’orlo della bancarotta, è stata rilevata da parte del gruppo Youngman&Pan per 100 milioni di euro. La Repubblica popolare ormai controlla tutta l’industria automobilistica svedese. Un’industria, ricordiamolo, da anni a rischio di tramonto ma che con appunto Saab e con Volvo – già rilevata dai cinesi di Geely – vanta comunque marchi di qualità . Una produzione di sportive e limousine di lusso e gran qualità , a livello quasi premium, modelli che vanno per la maggiore nel vitale mercato nordamericano.
L’accordo ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai restanti 3.700 dipendenti di Saab auto, il cui posto di lavoro è in massima parte a Trolhaettan, nella Svezia meridionale, e in piccola parte nel Regno Unito. L’accordo sarà valido se tutte le procedure fallimentari già definite per Saab saranno rispettate e se verrà approvato da ogni autorità competente. Il crollo di Saab era cominciato nel 2010, quando General Motors, il gigante americano allora in crisi, l’aveva ceduta al gruppo olandese Spyker, poi ribattezato Swan, per concentrarsi sul risanamento a Detroit e sulla sorte di Opel. Ma finora Swan non era riuscita a rilanciare Saab, la cui fine sembrava imminente. Ora sono arrivati i cinesi. Comprano per 100 milioni di euro, ma si impegnano a investire per 480-500 milioni per rilanciare il marchio, e a non delocalizzare. «Abbiamo tirato un bel sospiro di sollievo», ha detto il numero uno di Swan, Victor Muller. Di fronte alle varie difficoltà burocratiche infatti l’interesse della Repubblica popolare a Saab sembrava svanito.
La storia delle auto del regno delle Tre Corone finisce così. Prima la Volvo, simbolo della berlina di lusso supersicura e indistruttibile e auto-mito fin dai primi anni Sessanta per finire alla serie di film Twilight (il giovane vampiro innamorato d’una mortale). Poi la Saab, che dalla mitica ‘Saab 96′ agli ultimi cabrio, nelle pellicole di Hollywood ha visto al volante Jack Nicholson e altri divi, sono caduti in mano alla superpotenza dell’estremo oriente.
Non siamo più alla sola rincorsa dell’Occidente nel mercato delle utilitarie e della produzione di massa. A Pechino evidentemente non basta più neanche copiare (spesso ancora male) grandi berline e Suv made in Germany, anche perché poi per plagio questi prodotti si vedono spesso chiusi i mercati decisivi. Adesso col cavallo di troia svedese cambiano le carte in tavola, e le regole del gioco. Proprio mentre sul piano generale della crisi economica, finanziaria e del debito internazionale la Cina pone chiare condizioni per aiutare Europa e Usa. La vecchia Urss di Kruscev la chiamava competizione pacifica tra i sistemi, ma non aveva i mezzi per condurla. A Pechino invece non mancano né volontà , né strategia di lungo respiro, né miliardi. I produttori europei e Usa, anche di lusso, sono avvertiti.
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