by Sergio Segio | 26 Ottobre 2011 6:12
ROMA — Il premier arriva oggi a Bruxelles con in tasca una lettera «politica», di intenti, contenente gli «orientamenti» del governo sulle misure per la crescita.
Ma resta la preoccupazione su quale potrà essere la reazione della Ue, in pressing per tutta la giornata di ieri per conoscere le mosse del nostro Paese. Lo stesso presidente del Consiglio teme inoltre la «risposta» dei mercati (ieri come in attesa), soprattutto in vista di altre due aste dei titoli del debito pubblico italiano (oggi e venerdì) per una cifra complessiva imponente: 20 miliardi di euro.
La lettera è stata limata fino all’ultimo vertice di ieri che si è svolto alle 9 di sera a Palazzo Grazioli con Bossi, lo stato maggiore della Lega (Calderoli, Cota, Reguzzoni, Bricolo), il ministro dello Sviluppo Romani e poi Tremonti. Con il Senatur è stata raggiunta un’intesa di massima (anche se Bossi ha parlato di «una strada»). Lo ha annunciato prima il segretario del Pdl, Angelino Alfano, e lo ha confermato il ministro Mariastella Gelmini. Bossi ha dato il via libera al graduale innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni per quanto riguarda le pensioni di vecchiaia. Mentre resta aperto il nodo delle pensioni di anzianità . «La Lega Nord non molla sulle pensioni di anzianità » titola oggi La Padania che con uno strillo in prima pagina annuncia il «salvataggio di quelle che vengono assegnate a chi ha pagato i contributi per 40 anni, dopo 4 decenni di lavoro. Quelle che per il 65% sono al Nord, là dove si lavora e quindi si pagano i contributi». Il leader della Lega è tornato anche sulla lettera della Bce di agosto, in cui vengono richieste nel dettaglio le procedure urgenti in campo previdenziale che spaccano il governo, e che in molti leggono come un commissariamento dell’esecutivo. «Chi ha scritto la lettera, chi fa quelle robe lì, è un italiano», ha detto Bossi riferendosi a Mario Draghi, neopresidente della Banca centrale europea. «È una fucilata a Berlusconi».
La missiva che oggi giungerà a Bruxelles non dovrebbe inoltre scendere nei dettagli riguardo ai provvedimenti che l’esecutivo intende prendere su liberalizzazioni, privatizzazioni, misure sul pubblico impiego: l’elenco è lungo, ma non sarebbero indicati date e tempi di approvazione. Quindi la lettera stessa potrebbe essere giudicata in sede europea un compromesso al ribasso.
Il lungo film della giornata è iniziato sin dalla mattina (quasi una coda della cena del giorno prima) con un vertice di maggioranza. Poi un supervertice a tre tra Berlusconi, il ministro dell’Economia Tremonti e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Mentre era in corso una riunione dello stato maggiore leghista nel pomeriggio alla Camera. Poi ancora Berlusconi ha ricevuto a Palazzo Grazioli i ministri Brunetta (Funzione Pubblica), Brambilla (Turismo), Romani (Sviluppo Economico). Una delle giornate più drammatiche del centrodestra è stata scandita da questi appuntamenti «ufficiali». Ma a dare il polso delle difficoltà e della grandissima incertezza che regna sulla tenuta del governo e il futuro della coalizione è la girandola di colloqui, telefonate e le consultazioni informali che ha attraversato tutte le forze politiche in maniera trasversale. Maroni ha parlato con i vertici del Pd, Bersani e Letta.
Nel pomeriggio il sottosegretario Letta ha incitato all’unità dentro e fuori il nostro Paese. «Anche oggi ci sono motivi, e sono tanti, per lottare per un ideale e ridare al Paese la dignità , lo sviluppo e il progresso che in certi momenti sembra appannato», ha detto. E durante la consegna del premio Frassati, in Senato, ha citato questa frase dell’allora direttore della Stampa, ambasciatore a Berlino nel 1913, definendola «attualissima»: «Tutti dobbiamo lavorare in comune per la salvezza comune, il problema è grave per tutta l’Europa e non solo per qualcuno».
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