by Sergio Segio | 17 Ottobre 2011 6:39
TODI – La strada che sale fino a Montesanto, affondata nel verde, è segnata dalle tappe della Via crucis. E la sala del convento francescano sembra quella di un Conclave. Su due lati siederanno i 110 rappresentanti del Forum delle associazioni cattoliche e gli invitati, mentre su quello centrale troveranno posto gli otto membri della presidenza. Riunione rigorosamente a porte chiuse. E l’arrivo del cardinale Angelo Bagnasco sancirà alle 9 l’inizio dei lavori.
I cattolici si mettono in pista per cercare un nuovo percorso e ridare una direzione all’Italia. Forse, più avanti, con un soggetto politico di nuovo conio, in grado di raccogliere voti tanto a destra quanto a sinistra. Lo fanno da questa mattina a Todi, in quello che sembra segnare il colpo di gong di una nuova avventura politica. Il cardinale Bagnasco ha limato fino all’ultimo il suo discorso, pronto però da tempo. Il presidente della Conferenza episcopale italiana doveva semplicemente partecipare ai lavori, e poi è stato deciso che aprirà il convegno con una prolusione. Un cambio di programma colto come un segnale preciso da parte della Chiesa italiana.
Assieme ai rappresentanti dell’associazionismo cattolico ci saranno il rettore della Cattolica, Lorenzo Ornaghi, considerato come l’uomo su cui la Cei punta; il leader della Cisl, Raffaele Bonanni; il fondatore di Sant’Egidio, Andrea Riccardi; l’economista Stefano Zamagni; il banchiere Corrado Passera; il vice presidente di Unicredit, Fabrizio Palenzona; il presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti. Tre gli argomenti in programma: comunità e valori, economia e crisi, Italia ed Europa. Ma le linee guida su cui si muoverà la discussione seguiranno alcuni temi. Come quello di abbandonare le vecchie logiche del bipolarismo; favorire lo sviluppo e l’occupazione; cercare relazioni industriali nel mondo del lavoro per sostenere la crescita economica; stabilire reti di solidarietà per le persone in difficoltà .
Il mondo ecclesiastico guarda con attenzione. Confida a Repubblica il cardinale Gianfranco Ravasi, “ministro della Cultura” vaticano: «Noi, come Santa Sede, non possiamo esprimerci su questo. Ma l’impostazione che è stata data mi sembra corretta. Personalmente sono d’accordo soprattutto con il metodo adottato: prima il progetto, e poi il leader. Ecco, la progettualità dell’iniziativa va nella direzione giusta. E poi un’altra cosa: il rigore. Questo è un aspetto a cui dovranno fare attenzione». Dunque, non dividersi. Ma il desiderio di voltare pagina è evidente anche nella base. E lo si coglie bene sui giornali diocesani. «Abbiamo il dovere di dire una parola sulla vita politica del nostro Paese», afferma il vescovo di Perugia, Gualtiero Bassetti, su La voce del Popolo di Brescia. Mentre Gente Veneta traccia il profilo di «un leader che perde carisma». Per il convegno di Todi fa il tifo Pierferdinando Casini: «Chi ha paura dei cattolici? – si chiede il leader Udc – la risposta è semplice: tutti coloro che si rallegrano di un Paese allo sfascio, e tanti nella politica, vorrebbero che tutto rimanesse come è. E allora noi ci sentiamo di dire agli amici di Todi: grazie e avanti!».
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