Nascono le Assemblee del popolo

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 NAPOLI. Il comune di Napoli sostiene lo sciopero della Fiom, lancia per mercoledì prossimo un convegno operaio e ieri ha istituito ufficialmente le Assemblee del popolo. E’ un Luigi De Magistris a briglie sciolte quello che da sindaco vuole declinare la parola rivoluzione in tutte le accezioni possibili, naturalmente con le idee e la non violenza, per trasformare il capoluogo campano in quel laboratorio di politiche dal basso che aveva propagandato in campagna elettorale. E così si parte con 16 assemblee consultive che si riuniranno ogni 6 mesi e hanno lo scopo di aggregare i cittadini, ma anche di proporre iniziative alla giunta di Palazzo San Giacomo e indirizzarne le scelte su temi che vanno dalla salute all’ambiente, dalla cultura alle infrastrutture passando per l’urbanistica e le politiche sull’immigrazione. Sorta di commissioni dei cittadini che dovrebbero affiancare il consiglio comunale. Non solo. L’idea di De Magistris – che ha affidato a Alberto Lucarelli, già  assessore ai beni comuni, il compito di coordinare l’iniziativa – è quella che le assemblee propongano referendum consultivi (ma potrebbero aggiungersi quelli abrogativi) alla cittadinanza. E a chi obietta che l’operazione sembra un’iniziativa di facciata per mandare fumo negli occhi ai sostenitori, il primo cittadino risponde: «Stiamo già  ascoltando i cittadini e continueremo a farlo cercando di condividere le decisioni e ricevere suggerimenti, poi saremo noi a prenderci le responsabilità  delle scelte».

Lo statuto delle assemblee tematiche inoltre ha un regolamento che non prevede sbavature: verranno convocate ogni 180 giorni a meno che non venga chiesta una riunione d’urgenza dalla metà  più uno dei consiglieri comunali, da due assessori o dalla metà  più uno dei membri di due municipalità . Ogni assemblea potrà  eleggere un cittadino come coordinatore per un anno, e ci saranno riunioni plenarie e più ampie per problemi che riguardano tutta la città . Inutile aggiungere che il piano è un piccolo tassello di quel manifesto nazionale che sta tanto a cuore a De Magistris e che verrà  lanciato a metà  novembre. Proprio ieri a Palazzo San Giacomo il primo incontro per definire il Forum che si terrà  a Napoli e dovrebbe essere costitutivo della rete dei «comuni per i beni comuni». Alla riunione hanno partecipato parte degli interlocutori interessati al progetto, tra gli altri Gianni Rinaldini, Ugo Mattei, Luca Casarini e Antonio Musella di Uniti per l’alternativa.
Tra le proposte messe in campo anche la possibilità  di una campagna referendaria per abrogare gli articoli 4 e 5 della manovra di Ferragosto che inducono le amministrazioni alla svendita e alla privatizzazione di beni e servizi pubblici.


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