by Sergio Segio | 2 Ottobre 2011 7:16
ROMA – «E’ un momento in cui si impreca molto contro la politica, ma attenzione. La politica siamo tutti noi». Il presidente Napolitano non entra nel dibattito del giorno. Quel “Politici, ora basta”, il manifesto firmato dall’industriale Diego Della Valle – uscito ieri su Repubblica, Corriere della Sera, Sole 24 Ore e Gazzetta dello Sport – che divide e scombina, anche al loro interno, i partiti. Ma il richiamo del Capo dello Stato da Napoli, dove è in visita, è forte e alto. «Il Paese cresce assieme o non cresce», ripete Napolitano. Invitando tutti a fare di più. Uniti.
«Lo spettacolo indecente e irresponsabile che molti di voi stanno dando non è più tollerabile da gran parte degli italiani», è il j’accuse dell’indignato Della Valle. E i politici, chiamati in causa, si spaccano. Con Mr. Tod’s si schiera parte dell’opposizione (Idv e Sel, pur tra i distinguo dei leader, Fli, Udc) e, a sorpresa, il ministro Maroni («Parole da tenere in considerazione, almeno parzialmente condivisibili. Un grido d’allarme, un segnale forte a darsi una bella mossa»). Contro di lui, tutto il governo, Pdl e Lega. Ma, anche qui a sorpresa, il Pd. Rosy Bindi, che si presenta alla convention dei “Democratici davvero” a Chianciano Terme con l’ex banchiere Alessandro Profumo, è velenosa: «Non si fa in questo modo. Se non come politico, mi rispetti almeno come consumatore», sbotta. Agitando la pagina di giornale comprata dall’imprenditore marchigiano e mostrando le scarpe “con i pallini” che indossa. Di suo, Profumo conferma la discesa nell’agone politico, «senza arroganza», e su Della Valle è lapidario: «L’idea che la società civile sia meglio della classe politica è proprio sbagliata».
I ministri schiumano rabbia. Dalla Brambilla («Abbiamo imprenditori che fanno i professori, dispensatori di giudizi dalla panchina»), a La Russa («C’è chi ha bisogno di fare inserzioni perché quando parla senza pagare non lo ascolta nessuno»). Dalla Gelmini («Si acquistano pagine dei giornali per sporcare la politica») a Saverio Romano («Fomenta l’antipolitica e l’odio sociale»). Più cauti Formigoni («Le critiche non vanno sottovalutate»), Santo Versace («Sono gli stessi motivi che mi hanno allontanato dal Pdl»), Pisanu («L’appello merita di essere letto con attenzione come tutte le voci autorevoli»).
E mentre il popolo di Internet per lo più plaude, con migliaia di messaggi sui siti («Grazie di cuore da parte di tutte le persone oneste», «Ci ha messo la faccia»), la lettura più politica la dà Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati Pdl: «E’ un disegno per spazzar via le attuali forze politiche, sia di centrodestra che di centrosinistra», mettendo nell’analisi anche il rifiuto dei giovani industriali alla presenza di politici all’assise di Capri e il manifesto di Confindustria e le altre associazioni.
Messaggi contrastanti, infine, dalle opposizioni. «Attenzione alla rivolta dei ricchi», dice Vendola. Mentre Di Pietro avverte sia Della Valle che Montezemolo («quelle persone con la puzza sotto il naso»): «Non potete dire che non va bene niente. Sporcatevi le mani anche voi. Se volete cambiare la politica, perché non avete firmato il referendum?». A Casini è piaciuto Della Valle: «Siamo contenti che ci sia un appello all’unione perché il Paese così va a fondo».
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