Napolitano: la Costituzione va amata e consolidata

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MILANO — Un monito in difesa della Carta e dei suoi valori e un richiamo all’unità  nazionale, l’ennesimo in una fase complessa.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ricordando in un messaggio la strage nazista di Marzabotto (700 vittime nell’ottobre del 1944, ndr), ieri è tornato a ribadire l’importanza della Costituzione come bussola per i politici. E ha commemorato, allo stesso tempo, chi si è sacrificato in nome dell’Italia: «È un dovere per noi tutti perpetuare il ricordo di coloro che, combattendo nelle file della Resistenza, restituirono all’Italia il bene supremo della libertà  e della dignità  nazionale», scrive il capo dello Stato. E prosegue, ribadendo uno dei temi a lui più cari: «A loro si deve se l’Assemblea costituente poté approvare, grazie alla convergenza di forze politiche diverse, la nostra Carta fondamentale, in cui sono enunciati i valori e i principi fondamentali cui si ispirarono quanti, sacrificando se stessi e la propria vita, hanno consegnato alle generazioni successive una Repubblica nuova e libera. Spetta a ciascuno di noi, in nome di quegli stessi principi, continuare ad amarla e consolidarla».

Dopo i discorsi di venerdì e sabato scorsi a Napoli, quando ha criticato le spinte secessioniste della Lega Nord, Napolitano — in un secondo messaggio diffuso per il raduno nazionale dell’Associazione nazionale finanzieri d’Italia — sottolinea la «riaffermazione dei principi che hanno ispirato il Risorgimento e il processo di unificazione nazionale».

Insomma, il capo dello Stato rimane fermo e non arretra nel ribadire, in questo momento di crisi economica, la necessità  di una profonda coesione nazionale. «L’Italia non crescerà  se non crescendo tutta insieme, Nord e Sud… Se non mettendo a frutto le risorse e le potenzialità  della nostra gente — aveva detto sabato —. Un’Italia disunita e divisa oggi sarebbe ai margini dell’Europa e del mondo moderno».

E proprio l’immagine internazionale del Paese, lacerato da spinte centrifughe e nell’occhio del ciclone dei mercati in quest’ultimo periodo, ha spinto il presidente a prendere posizione con toni forti anche sulla Padania e sulla secessione invocata dal Carroccio: «Il livello di grottesco credo che sia tale che dovrebbe bastare questo richiamo a far capire che si può strillare in un prato ma non si può cambiare il corso della storia».

Non solo però passato (con la Resistenza) e presente (con le tensioni politiche e la crisi): il capo dello Stato guarda anche al futuro. Napolitano nel suo messaggio indirizzato ai finanzieri ha evidenziato l’importanza di sostenere «nelle giovani generazioni, la cultura della legalità  e il ripudio di ogni forma di sopraffazione e di violenza».


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