by Sergio Segio | 20 Ottobre 2011 6:53
ROMA — Riscatto degli immobili degli enti previdenziali; 25% dell’Iva ai concessionari delle infrastrutture; proroga degli sgravi fino al 55% per le ristrutturazioni ad efficienza energetica; mutui garantiti dallo Stato per le giovani coppie con contratti atipici. Sono questi per adesso i punti fermi — tra l’altro vanno ancora valutate coperture e modalità giuridiche — del decreto sviluppo che non vede ancora la luce. Ci sono poi misure come il concordato fiscale, per le quali va fatto un calcolo politico e altre ancora, come quelle sulla scuola, più incerte, mentre sono in preparazione una serie di microliberalizzazioni, dalla soppressione degli «stimatori e pesatori pubblici» alle regole per la produzione della margarina.
Il premier Silvio Berlusconi, a proposito del concordato fiscale, conferma: «Abbiamo discusso anche di questo», ma non entra «nei dettagli» di un provvedimento che circola in varie bozze. «Spero di poter annunciare qualcosa in settimana». Ma «qualcosa» non significa un testo pronto entro la prossima riunione del Consiglio dei ministri. Che tra l’altro si terrebbe in assenza del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, impegnato da venerdì all’Ecofin. Al massimo potrebbe essere varato un provvedimento per la semplificazione.
Il problema è sempre lo stesso, come il capo del governo ha ripetuto anche ieri dopo essere stato al Quirinale alla cerimonia dei nuovi Cavalieri del lavoro: «Non c’è la disponibilità di fondi importanti», quindi «ci sono problemi da risolvere». Difficoltà che si ripercuotono nella maggioranza. Poco prima i tre deputati ex Fli Adolfo Urso, Andrea Ronchi e Pippo Scalia avevano vergato una piccata nota, minacciando di non votare un decreto «a costo zero e senza riforme». La questione da risolvere è come trovare stimoli alla crescita senza intaccare le casse dello Stato, che finora il Tesoro ha blindato. Tra l’altro Tremonti, benché circostanziando il discorso ai soli incentivi ai consumi negli anni 2008-2009, non ha mancato di ricordare che «non abbiamo potuto fare stimoli all’economia perché non avevamo soldi per farlo, dovendo contenere il debito pubblico», e questo il ministro la giudica una «felix culpa» perché dove sono stati previsti «non sono serviti a nulla».
Dopo una riunione ieri a Palazzo Grazioli, residenza romana di Silvio Berlusconi con, oltre al ministro Tremonti, Paolo Romani (Sviluppo) e Altero Matteoli (Infrastrutture), il lavoro proseguirà oggi dopo la seduta della Camera, questa volta l’incontro sarà però a via XX Settembre e allargato anche agli altri ministri interessati dal provvedimento.
Come detto, «viene valutato con attenzione» e dovrebbe entrare nel decreto, la dismissione degli immobili degli enti previdenziali. Gli interessati «possono esercitare il diritto di riscatto nel termine del 31 marzo 2012». Si pensa anche di facilitare l’acquisto della casa alle giovani coppie sposate e con contratti di lavoro precari, con una «garanzia» dello Stato nell’accensione del mutuo. Una misura già prevista ma che nelle intenzioni potrebbe essere allargata.
Sulla parte che riguarda le infrastrutture, Matteoli dice che gli interventi di cui si sta discutendo non prevedranno esborsi ma giocheranno sulla «defiscalizzazione»: «Il cuore del provvedimento è costituito da normativa per lo snellimento delle procedure e creerà le condizioni per attrarre investimenti privati. Da parte sua, lo Stato, al massimo, può contribuire per il 25-30%».
Nelle bozze circolate ieri, che farebbero del provvedimento sullo sviluppo un decreto omnibus, un calderone in cui far entrare di tutto, spuntano anche varie altre misure. Alcune puntano alla cosidetta «dematerializzazione», pallino del ministro dell’Innovazione, Renato Brunetta. In questa categoria rientrano l’addio alle pagelle scolastiche dal 2013, che verrebbero inviate via web, i certificati all’Inps in modalità on line anche in caso di malattia dei figli, il biglietto elettronico per i bus. Nei testi, arrivati sul tavolo del ministro Romani che coordina il lavoro sul decreto, anche una copertura assicurativa obbligatoria per la casa contro il rischio calamità , la possibilità di deliberare lo stato d’emergenza per le infrastrutture strategiche e la «borsa dei carburanti». In questi casi però si tratta di norme che non rientrano nella sintesi esaminata nella riunione di ieri con il premier.
Viene invece valutata un proposta di legge presentata dal Gruppo della Lega alla Camera che prevede di detrarre l’Iva (che si applica in casi di immobili nuovi) per l’acquisto e la ristrutturazione della prima casa per gli under 40. Nel testo, presentato dal capogruppo Marco Reguzzoni, anche sgravi fiscali per i datori di lavoro che convertono un contratto a tempo determinato in uno a tempo indeterminato. Ritorna poi un vecchio cavallo di battaglia del Carroccio che farà discutere: la riduzione da sei a soli tre mesi del diritto di sussidio di disoccupazione per gli immigrati, dopo di che in mancanza di reddito lo straniero potrebbe essere rimpatriato.
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