Moody’s declassa la Spagna, la Francia rischia

by Sergio Segio | 19 Ottobre 2011 5:57

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Parigi – La Spagna declassata, e di due gradini. La Francia a rischio declassamento. Brusco risveglio per Parigi e Madrid. L’economia spagnola sembrava al riparo da bocciature e invece arriva lo stop di Moody’s. L’agenzia di rating – scrive l’agenzia di informazione France Press – porta l’affidabilità  del Paese iberico a livello “A1” (partiva da “AA2”). Sostiene Moody’s che Madrid crescerà  solo dell’1% nel 2012 (si sperava in un +1,8%). La crescita limitata rende improbabile centrare gli «ambiziosi obiettivi di bilancio» della Nazione che ora torna vulnerabile alle tensioni dei mercati. Colpo finale, Moody’s non esclude un altro declassamento nel medio periodo.
Anche la Francia finora si era illusa di mantenere i suoi livelli di spesa pubblica senza incorrere nei fulmini delle agenzie di rating. Ora, non è più così: Moody’s ha messo sotto controllo uno dei Paesi europei che può vantare una tripla A. Una mossa che accentua il malessere dei mercati, anche se in serata il Guardian ha dato la notizia che Francia e Germania avrebbero raggiunto un accordo per potenziare ulteriormente il fondo salva-Stati Efsf, fino a una dote complessiva di 2 mila miliardi, infiammando le quotazioni di Wall Street che ha chiuso in rialzo dell’1,58%.
Come si spiegano i problemi di Parigi? La Francia ha dimostrato un certo lassismo: il deficit 2011 è al 5,7% contro una media del 2,2% per le Nazioni con una tripla A; il debito pubblico, a fine anno, dovrebbe superare l’85% e la crescita è inferiore alle previsioni del governo. E non bisogna dimenticare la dipendenza dall’estero: il 66,2% del debito transalpino è in mano a investitori stranieri. Secondo Moody’s, la solidità  finanziaria del Paese «si è indebolita», il rapporto tra indebitamento e Pil è peggiorato e la Francia «affronterà  nei prossimi mesi numerose sfide, come la necessità  di portare un sostegno ad altri Paesi europei o al suo sistema bancario». L’agenzia punta il dito così contro una delle principali debolezze: la fragilità  delle sue banche, troppo esposte sui debiti sovrani. Moody’s ha quindi deciso di mettere sotto sorveglianza per tre mesi la Francia, per vedere se può conservare il suo AAA. Sarkozy ha chiarito che con il vertice europeo del fine settimana «ci saranno i 10 giorni decisivi». La Merkel chiederà  agli altri leader una convenzione per modificare i trattati Ue sulle politiche di bilancio e rafforzare così la stabilità . Insomma, vuole avere più controllo sui conti dei Paesi dell’euro.
L’Italia invece ha subìto un colpo da Standard & Poors che ha ridotto il rating di 24 banche fra cui Mps, Ubi, Banco Popolare, ma ne ha confermati 19 fra cui Intesa Sanpaolo e Unicredit. S&P teme un aumento del costo del credito a causa della crisi degli spread e della maggior sfiducia verso l’Italia. Un meccanismo che il governo dovrebbe scongiurare, scrive l’agenzia, attraverso «un aumento della crescita e una più veloce riduzione del debito pubblico».
In questo scenario complesso, la Borsa parigina ieri ha limitato le perdite solo grazie a Wall Street. Dopo essere sceso del 2,5%, l’indice ha chiuso con un ribasso dello 0,79%. Ad accusare cali più sostanziosi i titoli bancari (Bnp Paribas, SocGen, Crédit Agricole). In discesa anche Londra (-0,48%), mentre hanno chiuso in positivo Milano (+0,35%) e Francoforte (+0,30), grazie all’effetto dei dati in crescita del mercato immobiliare americano. Meno rassicuranti, invece, le cifre sulla crescita cinese: è stata del 9,1% nel terzo trimestre. La Cina ha bisogno di una crescita ancora più forte per assicurare i livelli occupazionali e alzare il proprio livello di vita.

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