by Sergio Segio | 6 Ottobre 2011 7:30
MILANO. Qui a Milano c’è un vento che non è mai cambiato. Quello della tossicità delle polveri sottili che si depositano nei polmoni dei cittadini a causa (soprattutto) del traffico automobilistico, la più mortifera metafora di una crescita impazzita che non regge più e non solo perché brucia i polmoni. E’ la solita robaccia che respiriamo facendo finta di niente, si dirà . Vero. Anche se ormai gli effetti devastanti sulla salute (e sulla psiche…) dei cittadini vengono confermati da studi epidemiologici sempre più complessi, come quello presentato recentemente all’Università Milano-Bicocca, il Progetto Tosca, tre anni di ricerche sul particolato atmosferico (Pm 2,5 – polveri sottili) realizzato dal Centro Polaris diretto da Marina Camatini – su un campione di 500 mila lombardi.
Questo – in tutte le città italiane – è il vero drammatico allarme sicurezza, poiché gli effetti sulla salute degli inquinanti sono accertati e danneggiano gli apparati respiratorio e circolatorio: aggravamento di sintomi respiratori e cardiaci in soggetti predisposti, infezioni respiratorie acute, crisi di asma bronchiale, disturbi circolatori ed ischemici, e morte). Di smog si muore.
Partendo da questo presupposto scientificamente dimostrato, qualunque amministratore dotato di buon senso dovrebbe poter usare la clava per salvare i suoi cittadini. Invece non è così. Perché il traffico automobilistico non è «solo» un problema di salute, è il problema politico più complicato da affrontare per qualunque sindaco italiano, forse ancora di più per chi ha saputo proporsi come uomo simbolo del vento che cambia. Questa, infatti, è una delle partite più importanti per il sindaco Pisapia, che di fronte al primo allarme inquinamento della stagione sembra essere intenzionato ad affrontare la questione correndo il rischio di qualche scelta impopolare da una parte (il partito degli automobilisti e dei commercianti ottusi) ma popolarissima dall’altra (tutti i milanesi che con i referendum ambientali hanno chiesto politiche decise per limitare il traffico).
Oggi, dopo dodici giorni consecutivi di superamento dei livelli di guardia delle polveri sottili (50 mg/mc), scatta il blocco del traffico. Ma solo per le automobili più inquinanti (euro 0, diesel euro 0-1-2). Rimarrebbero ferme più di 100 mila auto piuttosto vecchiotte, penalizzando gli automobilisti meno facoltosi e non fissati con l’automobile nuova. Non è per fare demagogia, è che non esistono auto non inquinanti, anche perché tutti gli esperti sanno che le polveri sottili sono causate soprattutto dai freni e dai pneumatici. E domenica prossima, tutti a piedi. Giornata inutile perché già alleggerita di traffico, se non che è bello farla passare per una simpatica iniziativa culturale (Pisapia ne propone una al mese).
Tutto qui? Forse no, e non a caso Palazzo Marino si affretta a ripetere che queste sono misure messe a punto dalla giunta Moratti. Quelle nuove, quelle del vento che vedremo se cambia davvero, in queste ore saranno messe nero su bianco da una nuova ordinanza che entrerà in vigore da subito. Intanto la prima fase di divieti scatterà dopo 7 giorni consecutivi di superamenti (non più 12), mentre la seconda più severa dopo 14 giornate avvelenate (non più 18). Dopo sette giorni le limitazioni saranno identiche, cioè si fermeranno solo le auto vecchie, ma alla seconda settimana il blocco della circolazione verrà esteso anche ai diesel Euro 3 (sarebbero altre 150mila auto da sommare alle 120 mila già prese di mira). E – finalmente – la cerchia dei Bastioni diventerà una enorme isola pedonale. Un passo in avanti, con l’obiezione che resta: se davvero è emergenza, perché non bloccare tutto il traffico? L’altra novità è che questa volta saranno potenziati i controlli dei vigili (sotto l’amministrazione De Corato erano in tutt’altre faccende affaccendati).
Ma la prova del 9 si chiama Ecopass, il ticket per l’ingresso nel centro di Milano che oggi non si applica alle auto «meno inquinanti»: è stato il tormentone dell’ultima straordinaria campagna elettorale. I milanesi (con i referendum) lo vorrebbero estendere a tutti, ma commercianti e lobby varie stanno già facendo penosi capricci. Il dibattito è aperto, le mediazioni sono estenuanti. Probabilmente si stabilirà un Ecopass democratico: 5 euro per tutti. Poi, un giorno, se davvero il vento sarà cambiato, la tassa per gli autoinscatolati incalliti si potrebbe allargare fino alla circonvallazione interna. Poco male se qualcuno farà le barricate: le prossime elezioni ci saranno solo nel 2016.
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