by Sergio Segio | 25 Ottobre 2011 7:36
PARIGI – «Il problema non è più capire se succederà ma solamente sapere quando». Le parole dell’economista Marc Touati non lasciano spazio ai dubbi. «La Francia sarà sicuramente declassata entro il 2012». Il laconico giudizio di uno dei tanti osservatori dell’economia francese, dimostra che sono ore decisive. Il momento della verità si avvicina. Mentre gli sherpa e i diplomatici a Bruxelles cercano di chiudere l’accordo per salvare l’Eurozona, all’Eliseo è entrato in azione un gruppo di specialisti che sta già lavorando sull’onda d’urto che si abbatterà sulla Francia da giovedì in poi. Se infatti domani sarà finalizzata un’intesa per il salvataggio sulla Grecia e per evitare l’effetto contagio sull’Italia, Nicolas Sarkozy potrebbe pagare un conto salato: l’addio alla Tripla A. La Francia condivide il massimo del rating con i paesi europei più virtuosi ma, secondo molti osservatori, ha sempre meno garanzie necessarie.
Da quando Moody’s ha ufficializzato di aver messo sotto osservazione Parigi, lo spread con i bund tedeschi ha raggiunto il massimo storico. Sarkozy è consapevole che il piano europeo non basterà a risolvere tutti i problemi. Anzi, il contraccolpo sulle banche francesi per il taglio sul debito greco e l’ipotesi che lo Stato debba entrare in campo prima o poi per la ricapitalizzazione degli istituti rischiano di aumentare i timori dei mercati.
Proprio ieri sono ricominciate a circolare le indiscrezioni su una possibile recessione negli ultimi mesi dell’anno. Secondo un rapporto di Standard & Poor’s, rivelato ieri da Les Echos, nel caso di recessione e di un’ulteriore rialzo dei tassi, due scenari sono possibili: il downgrade di uno scaglione oppure di due, con una previsione di indebitamento vicina al 100% del Pil nel 2014. In entrambi le ipotesi, comunque, la Francia è destinata a perdere la sua tripla A. Sotto accusa, secondo Standard & Poor’s anche il funzionamento dell’Esfs. Il fondo che garantirà , direttamente o indirettamente, le emissioni dei paesi europei più a rischio, peserà comunque sull’economia transalpina. Solo Fitch, al momento, ha confermato la Tripla A, aggiungendo però che «i margini di manovra si stanno riducendo».
Per Sarkozy la strada è impervia. La sfiducia degli osservatori è dovuta anche alla campagna elettorale che il presidente francese, ai minimi di popolarità , affronterà nei prossimi mesi. Il governo deve dimostrare di poter mantenere i suoi obiettivi di riduzioni del deficit con un’economia in rapido deterioramento. I conti per 2012 non tornano. La legge finanziaria è infatti basata su una previsione di crescita dell’1,75% che appare sempre più improbabile. Il governo prepara una seconda manovra di almeno 10 miliardi. Sarkozy potrebbe annunciare i nuovi tagli nella sua intervista televisiva di giovedì, la prima dopo nove mesi. I suoi consiglieri gli hanno suggerito di dire la verità ai francesi prima che lo facciano le agenzie di rating. Ma nella maggioranza c’è ancora chi spera di poter ritardare il verdetto.
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