«Licenziamenti, evitiamo un autunno caldo»

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ROMA — Un appello ai sindacati per «lavorare insieme sui temi del mercato del lavoro», evitando un «autunno caldo» che, in questo momento, «renderebbe tutto più complicato e il Paese più debole». Lo ha lanciato ieri il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, intervenendo nella polemica sui licenziamenti, scatenata dall’annuncio di nuove norme contenuto nella lettera del governo all’Unione Europea. Polemica che potrebbe tradursi in uno sciopero unitario di tutti i sindacati.
«Non è con posizioni ideologiche di chiusura che si risolvono le cose» ha detto Marcegaglia al Tg2, sottolineando che «in questo momento irrigidire le posizioni è deleterio». «Dobbiamo ammettere — ha proseguito — che noi abbiamo un mondo del lavoro che non funziona bene». Ai sindacati il presidente propone di «ragionare insieme, anche con il governo, per capire cosa fare, riducendo le rigidità  in uscita, aumentando gli ammortizzatori sociali, lavorando di più sulla formazione, riducendo la flessibilità  in entrata».
Un appello che fa il paio con quello lanciato dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, oggi su Il Foglio, dove scrive: «La polemica sui “licenziamenti facili” è figlia di una cultura ottocentesca che ignora i cambiamenti del mercato mondiale ed è oltraggiosa per l’intelligenza degli italiani». L’obiettivo delle nuove norme, spiega il premier, è «ridurre le cattive abitudini, scongiurare un’estensione abnorme del lavoro precario, offrire un futuro qualificato ai giovani e alle donne» perché «gli imprenditori del XXI secolo non sono i padroni delle ferriere dell’Ottocento, non si svegliano al mattino con l’impulso di liberarsi di manodopera per gonfiare profitti. E i lavoratori — conclude Berlusconi — sono titolari di forza contrattuale e di diritti, non schiavi sociali».
Dall’altra parte della barricata è una partita a scacchi tra i sindacati che, nell’opposizione alla nuova normativa, sembrano aver ritrovato l’unità . «Sì — conferma il leader della Cisl, Raffaele Bonanni — sui licenziamenti, sicuramente sì. Sul resto, credo che siamo ancora molto lontani». Susanna Camusso, leader della Cgil, dal palco della manifestazione nazionale dei pensionati ieri ha insistito: «Ritroviamoci a discutere e ricostruiamo le ragioni unitarie» perché «divisi si viene sempre penalizzati».
Bonanni del resto è furioso con il governo con cui ha sempre dialogato. All’invito del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, a sedersi a un tavolo, risponde piccato: «Si può andare per discutere dei problemi del mercato del lavoro, però con un patto chiaro: noi non siamo assolutamente disposti a discutere di licenziamenti». Quanto ad Angeletti, segretario generale della Uil, ieri nella manifestazione del pubblico impiego ha ribadito di essere pronto allo sciopero: «L’unità  â€” ha detto — serve per risolvere i problemi. Sui licenziamenti il governo sta facendo cose irragionevoli». Nei prossimi giorni sono previsti incontri tra i tre segretari confederali, intanto i sindacati di base Usb, Slai, Cobas, Cib-Unicobas e Snater hanno già  indetto uno sciopero per il 2 dicembre.


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