«La Merkel è in sintonia con Napolitano»

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BERLINO – La Germania non lascia la presa e invoca il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per stimolare l’Italia ad attuare rapidamente le proposte contenute nella lettera inviata all’Unione Europea. Si è aperta ieri una nuova pagina nel dialogo, non privo di tensione, tra il governo Berlusconi e quello di Berlino, ancora preoccupato (dopo i numerosi interventi che si sono susseguiti da metà  estate in poi) per il reale impegno italiano a fare le riforme strutturali promesse.
Angela Merkel ha fatto parlare il suo portavoce, Steffen Seibert, durante il briefing che si tiene tre volte la settimana in un palazzo sulle rive della Sprea, non lontano dalla cancelleria. «Il presidente Napolitano ha detto nei giorni scorsi che, ora più mai, ci troviamo in un mare in tempesta e tutti nella stessa barca. Ogni Paese deve dare il suo contributo. Questo è il momento che l’Italia agisca nell’ambito dello sviluppo, delle riforme strutturali realizzando con risolutezza le decisioni annunciate», ha affermato l’ex giornalista televisivo che guida il team di uomini-stampa della cancelliera. Ma, cosa ancora più importante, Seibert ha aggiunto non solo che la Germania è naturalmente d’accordo con Napolitano, ma che «confida che la dirigenza italiana condivida questa visione». Si inseriscono in questo contesto, è stato il resoconto del portavoce tedesco, i «buoni colloqui» che si sono svolti domenica scorsa a Bruxelles tra la Merkel e il presidente del consiglio italiano «anche alla presenza del presidente francese Nicolas Sarkozy, sulla necessità  che l’Italia siano realizzate delle misure per le riforme strutturali e di consolidamento di bilancio».
Per la Germania la necessità  che l’Italia «righi dritto», come chiedono ormai da tempo con una sola voce sia il mondo politico che la stampa, è un elemento fondamentale in questa fase dell’eurocrisi che ha trovato una tappa fondamentale nel pacchetto messo a punto la notte tra mercoledì e giovedì al vertice di Bruxelles. Anzi, anche se la mozione bipartisan approvata dal Bundestag prima che la Merkel partisse per il Consiglio europeo non lo dice, è solo un’inversione di tendenza nei Paesi più indebitati che può fare inghiottire all’opinione pubblica tedeschi i sacrifici che sono stati fatti e si faranno per salvare la moneta unica.
La cancelliera è molto preoccupata e ancora ieri ha ripetuto, in un convegno del suo partito, che «la crisi dei debiti sovrani nei Paesi dell’eurozona non sarà  risolta nello spazio di un anno» e che «non basterà  un semplice colpo di spugna» Un’Europa disunita, ha aggiunto, «non ha nessuna possibilità  di competere sulla scena mondiale» e una crescita economica alimentata dall’indebitamento «non potrà  funzionare in futuro». Le sue preoccupazioni sono accresciute da un rapporto non sempre facile con un Parlamento che vuole svolgere un ruolo maggiore (e la Corte costituzionale glielo ha riconosciuto) in tutte le decisioni legate ai piani di salvataggio e che, non a caso, le ha affidato un mandato preciso prima del summit dell’eurozona. Ancora oggi sempre i giudici di Karlsruhe hanno deciso di sospendere, accogliendo un ricorso di due deputati dell’opposizione, l’istituzione di una sotto-commissione speciale che avrebbe dovuto velocizzare il passaggio parlamentare delle misure anti-crisi. Questa sentenza, se confermata, potrebbe rappresentare un nuovo ostacolo per l’azione futura del governo. Insomma, non è solo l’Italia a non fare dormire tranquilla Angela Merkel.


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