by Sergio Segio | 11 Ottobre 2011 7:24
ROMA – Italia contraria al patto Merkel-Sarkozy per un governo unico dell’Europa. A protestare stavolta è il ministro degli Esteri, Franco Frattini: «Noi pensiamo che una situazione globale non si risolve con assi bilaterali». Immediata le repliche: «La Francia e la Germania non hanno nessuna vocazione ad essere il Direttorio della Ue», spiegano fonti francesi. E da Berlino: «Siamo le economie più grandi dell’Eurozona.
Abbiamo una responsabilità particolare per il futuro dell’Europa e dell’euro». Ne nasce un caso, l’ennesimo. Tanto più che anche il presidente Usa, Obama, chiama Sarkozy dando «pieno sostegno alla strategia» francotedesca per rispondere alla crisi.
Analoga telefonata c’è stata pure con il premier inglese Cameron: «Servono azioni decise». Il tutto, mentre la Bce, con il numero due Constancio, lancia l’allarmecontagio: il fondo salva-Stati deve aiutare Italia e Spagna. Ma le Borse festeggiano: il summit a due, considerato decisivo per risolvere la crisi del debito, galvanizza i mercati. Ovunque, tranne ad Atene, domina il segno più.
Francoforte guadagna il 3%, Parigi il 2,1%, Londra l’1,8% e Milano chiude con un rialzo del 3,66%.
Comunque, Frattini bolla il faccia a faccia Merkel-Sarkozy come una perdita di tempo: «Di tutto l’incontro non siamo riusciti a comprendere quale sia stato il succo, non c’era un’agenda dichiarata, non sappiamo neanche se c’era un’agenda sostanziale.
Sarebbe molto meglio rilanciare il metodo comunitario, che fa sedere i 27 attorno al tavolo del Consiglio, senza perdere tutto questo tempo che rischia di fare fallire la Grecia». Però il dialogo privilegiato tra Francia e Germania è servito a dare il sì politico alla ricapitalizzazione delle banche, alla riforma dei Trattati e ad affrontare la crisi greca: un pacchetto globale sarà pronto entro il mese, in tempo per il G20 di Cannes. Di qui il rinvio – una sorpresa – del vertice Ue dei capi di governo al 23 ottobre. Franco Frattini Sarebbe meglio rilanciare il metodo realmente comunitario al tavolo del Consiglio europeo Il governo francese La Francia e la Germania non hanno alcuna vocazione ad essere il Direttorio della Ue Il governo tedesco Noi e Parigi abbiamo una responsabilità particolare per il futuro dell’Europa e della moneta unica Nel panorama euforico dei mercati spicca l’altalena del titolo Dexia, il colosso franco-belga appena salvato con un piano da 4 miliardi per l’acquisizione da parte di Bruxelles della filiale belga. Un’altra offerta per la branca lussemburghese è arrivata dal Qatar. Sospeso, il titolo è affondato del 36%, per poi riprendersi.
Frattini: «E l’antipasto dell’effetto-domino» di un mancato salvataggio della Grecia. Ad Atene, gli esperti di Fmi-Ue-Bce stanno chiudendo il negoziato sugli aiuti; a giorni il premier Papandreou incontrerà il leader Ue Van Rompuy mentre la stampa tedesca continua a scrivere che Merkel sarebbe per il default. Frattini: «Senza aiuti, conseguenze devastanti per la Ue».
Contro l’asse franco-tedesco negli anni si sono espressi: Buttiglione, Casini, Tremonti, Marzano. Nel 2005, lo stesso Frattini si era detto convinto che questo Direttorio fosse ormai «morto». Il nuovo caso suscita polemiche anche all’interno. «L’esclusione dell’Italia è la conseguenza dell’assenza di governo», Enrico Letta, Pd. Ed Evangelisti (Idv): Berlusconi è fuori dai vertici per indegnità politica e morale». Amaro il commento dell’economista Mario Monti: «L’Italia non è mai stata così estranea alle decisioni sull’Europa».
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