Linea dura dell’Olanda “Chi non rispetta le regole sia cacciato dall’euro”

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«Chi non rispetta le regole deve essere cacciato dall’Eurozona». Per capire quanto sarà  difficile trovare un’intesa al vertice europeo di domenica, basta ascoltare le parole del ministro olandese Ben Knapen. Da settimane, il governo dell’Aja spalleggia insieme alla Germania la protesta del Nord contro i Pigs, i paesi europei meno virtuosi, frenando ad esempio sulla revisione del mandato della Bce verso il modello Fed. «La Banca centrale – spiega il cristiano-democratico titolare degli Affari europei – controlla l’inflazione e la stabilità  monetaria. Questo deve rimanere il suo solo e unico compito». L’Olanda ha appena presentato a Bruxelles un pacchetto di misure che dovrebbero «blindare» l’Eurozona con un’iniezione di rigore e vigilanza a livello federale, ma con l’ipotesi di restringere il nucleo di paesi aderenti.
Ministro, parlare di uscita della Grecia dall’euro non è più tabù?
«L’Olanda ha lanciato una serie di idee per evitare che si ripeta una situazione come quello della Grecia. In tutti i paesi che attraversano difficoltà , dobbiamo andare verso misure di bilancio ancora più rigorose e riforme strutturali che favoriscano la crescita. Se non vengono rispettati questi impegni, allora bisogna prevedere la possibilità  di uscire dal gruppo dei diciassette paesi dell’Eurozona».
Una cura che potrebbe avere conseguenze negative su tutte le altre economie, compresa quella olandese o tedesca.
«Penso che non ci sia nulla di peggio dell’attuale incertezza. Dobbiamo riportare la fiducia degli investitori e dei mercati. Solo con regole più rigide e una severa vigilanza sui conti pubblici potremo superare la crisi».
Chi dovrebbe decidere l’eventuale abbandono di un paese dall’Eurozona?
«Noi proponiamo la creazione di un nuovo Commissario europeo che abbia la piena supervisione della politica finanziaria dei paesi membri. Serve una figura che possa vigilare, sospendere sussidi e applicare sanzioni più pesanti, fino all’eventuale espulsione dal gruppo dell’euro».
Intanto bisogna subito decidere sulla ricapitalizzazione delle banche. Chi paga?
«Prima di tutto devono essere le banche stesse a provvedere da sole alla loro ricapitalizzazione. Se la ricerca di fondi propri non sarà  sufficiente, allora saranno i governi nazionali a dove aiutare i loro istituti. L’intervento del Fondo europeo di Stabilità  finanziaria potrà  avvenire solo in casi eccezionali e comunque in cambio di impegni precisi».
Continuerete l’opposizione a interventi «non convenzionali» della Bce, come l’acquisto di bond o il sostegno sulla liquidità  degli istituti?
«La Banca centrale è un’istituzione indipendente. Rispettiamo l’autonomia di decisione del governatore e di tutti i membri nel board, compresa quella del nostro rappresentante. In ogni caso, l’Olanda è convinta insieme ad altri paesi europei che non bisogna cambiare il mandato della Bce per superare questa crisi».
L’Italia è uno dei paesi più a rischio?
«Il vostro paese ha fondato l’Europa, avete un’economia solida e con forti potenzialità . Sono venuto a Roma qualche settimana fa per discuterne con il vostro governo. Le due manovre approvate sono un passo avanti. Ma quel che conta ora sono le riforme strutturali e un piano per la crescita così come chiesto dalla Confindustria ma anche dalla Bce e dal Fondo monetario internazionale».
Crede che si troverà  un’intesa a livello europeo per risolvere la crisi?
«Oggi deve essere chiaro che il sostegno dell’Europa non è più illimitato, neanche nei confronti dell’Italia. Ci sono delle condizioni da rispettare, senza le quali l’Olanda insieme ad altri paesi europei si opporrà  a ulteriori misure di aiuto. Solo così potremmo davvero preservare e ridare forza alla nostra unione monetaria».


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