by Sergio Segio | 5 Ottobre 2011 6:35
È quanto scrive il Sole 24 Ore che, citando «fonti vicine agli ambienti Nato», fornisce un bilancio aggiornato del «ruolo di primo piano» delle forze armate italiane nel conflitto libico. «Oltre l’80% delle missioni aeree alleate – sottolinea Gianandrea Gaiani – sono state lanciate da basi italiane senza le quali l’operazione Unified Protector sarebbe stata inattuabile». E, nonostante la «dimenticanza» di Obama, che nei giorni scorsi non aveva citato l’Italia tra i paesi che più contribuiscono alle operazioni Nato, «gli aerei italiani hanno svolto un ruolo fondamentale, con un numero di missioni che la scorsa settimana aveva superato quota 2.000 a cui aggiungere le quasi 400 compiute dagli elicotteri imbarcati della Marina. Solo francesi e inglesi hanno fatto di più (4.500 e 2400 missioni) però con più aerei, 30/40 contro i 14 italiani. I raid italiani, secondo le fonti interpellate dal Sole 24 Ore, «hanno avuto una precisione del 97% e non ci sono state vittime civili». Ovvio.
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