Lega, Tosi messo all’angolo Da Bossi insulti e condanna

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MILANO — Il confine è varcato, la guerra è nucleare. Il mantra «La Lega è unita» che il Carroccio fin qui non hai mai cessato di ripetere non potrà  più essere ripetuto. L’unanimismo è distrutto, per bocca dello stesso Umberto Bossi, che mantiene la promessa fatta al congresso di Varese, quella di «non tollerare più». E punta con violenza mai vista contro il più importante dei sindaci leghisti, Flavio Tosi da Verona: «È uno stronzo» proclama il «capo» agitando il dito medio davanti ai cronisti. L’accusa è quella già  formulata nei confronti dei non allineati di Varese: «Ha tirato nella Lega un sacco di fascisti, cosa che non può essere sopportata per molto. Noi abbiamo altri progetti». Di più. Proprio parlando di Varese, Bossi lascia intendere che le liste di espulsione, anche quelle, non sono una menzogna dei giornalisti. E la colpa, ancora una volta, è dei «fascisti»: al congresso «An aveva messo un po’ di gente. Il segretario provinciale, che ho mandato via, ha dato la tessera a un po’ di loro e la base ha chiesto di andare via dal partito. Qualcuno ha preso anche quattro sganassoni perché aveva le braccia tese».
Una dichiarazione che ha spinto il ministro della Difesa Ignazio La Russa a qualche ironia: «Bossi è un genio. Quando si tratta di trovare una via di fuga non lo batte nessuno. Anche se questa volta mi sembra poco verosimile». Con calcetto negli stinchi finale: se fosse vero quel che dice Bossi, ha concluso il ministro, e cioè che le contestazioni sono venute da ex militanti di destra, «vuol dire che An li aveva espulsi e la Lega, però, li ha raccattati».
Bossi, in conclusione, ha ribadito quanto detto in mattinata dal figlio Renzo: «Se qualcuno non è più d’accordo con il progetto della Lega ci sono mille altri partiti e movimenti da poter costituire».
A innescare le virulente dichiarazioni di Bossi, era stato un’intervento di Tosi a La zanzara su Radio24. In cui aveva spiegato che «l’alleanza Lega e Pdl non l’ho mai messa in discussione, quella del premier sì, perché non ho un ruolo nel Parlamento e le mie battaglie sono utili a quelli che stanno a Roma. Molti dirigenti della Lega la pensano come me». Fino al culmine: «Molti deputati in certe votazioni hanno avuto il voltastomaco».
Dopo la durissima sortita del leader padano, il sindaco di Verona ha cercato di alleggerire la tensione: «Spiace che Umberto Bossi abbia frainteso le mie dichiarazioni e lo invito ad ascoltare per intero la registrazione della Zanzara durante la quale ho difeso, senza alcun tentennamento, lui e il nostro movimento». Quanto alla frase più forte, Tosi spiega essere venuta «in un contesto di difesa delle scelte della Lega, per far capire agli ascoltatori che talvolta alcune votazioni in Parlamento che possono sembrare poco comprensibili, come ad esempio alcuni salvataggi di parlamentari, sono fatte dai nostri deputati, pur non condividendole appieno, per senso di responsabilità ».
Sennonché, il durissimo scambio ha gettato nella costernazione il movimento: «Bossi l’ha creato, Bossi lo distruggerà » commentava con fatalismo un alto dirigente. Mentre molti altri, soprattutto in Veneto, ricordano atterriti che la prossima primavera Verona torna alle urne: «In che modo ci presenteremo?». Mentre altri ancora vedono ancor più nero: «Ci disintegreremo».


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