Le turiste e poi le dottoresse Donne nel mirino in Kenya
L’agglomerato, il più grande del mondo, ospita 450 mila profughi in maggioranza provenienti dalla Somalia. La ragazza catalana, 30 anni, si chiama Montserrat Serra Ridao, ed è originaria di Girona.
Ora le straniere catturate in Kenya dalle gang somale sono quattro. Judith Tebbutt è stata sequestrata da uomini armati a Kiwayu, una meravigliosa spiaggia corallina nel nord dell’ex colonia britannica. Durante il rapimento il marito David, che tentava di proteggere la sua compagna, è stato ucciso. Il primo ottobre scorso a Manda, una delle isole dell’arcipelago di fronte a Lamu, altro centro turistico del Kenya, è stata rapita una francese di 66 anni.
Sembra che le quattro donne si trovino in Somalia. Molti tra gli osservatori ipotizzano che siano nelle mani degli Shabab, i fondamentalisti islamici che controllano gran parte dell’ex colonia italiana. Ma non è certo. Piuttosto sono le gang di banditi, criminali comuni, che hanno cominciato a operare fuori dal Paese e hanno come obiettivo il sequestro di stranieri, che ormai vengono definiti «walking dollars», cioè dollari che camminano. Nell’ex colonia italiana non ci sono più espatriati e i pochi che ancora vi si recano sono superprotetti da scorte enormi. I banditi spesso mimetizzano le loro azioni con il vessillo dell’Islam. Una bandiera di comodo che non ha nulla a che fare con gli Shabab.
La Somalia è stremata da 20 anni di guerra e in questi mesi da una terribile carestia. Le città sono ridotte a un ammasso di macerie. I giovani non hanno futuro e non hanno sogni. L’unica cosa che gli resta per garantire la propria sopravvivenza e quella della propria famiglia è imbracciare un mitra. La scelta di campo è indifferente: governo federale di transizione (Tfg) oppure radicalismo islamico. Fino a poco tempo fa quest’ultimo era più appetito. Ogni miliziano riceveva un salario di un dollaro al giorno, 30 dollari al mese, e aveva accesso, con mogli e figli, ai refettori annessi alle moschee. Era una catena: moschea per la preghiera, lezione per imparare il Corano a memoria, ristorazione. Ora però il Tfg paga ogni soldato 200 dollari al giorno ed è diventato competitivo. Gettare alle ortiche un’uniforme e indossarne un’altra più conveniente è una pratica abbastanza diffusa. Il campo di Dadaab si trova a un centinaio di chilometri dalla frontiera somala e le infiltrazioni di Shabab sono quotidiane, nonostante i kenioti pattuglino il territorio. Il controllo però è molto difficile in un semideserto disperato dove il rastrellamento a tappeto appare impossibile.
«Medici senza frontiere» sostiene di non aver mai pagato riscatti per liberare i suoi cooperanti sequestrati in Africa. Non è proprio così. Forse è vero che non ha versato direttamente denaro, ma il meccanismo è questo: io finanzio un progetto alle autorità e le autorità pensano poi a saldare il conto con i rapitori.
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