Le parole di un cristianesimo ribelle

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FIRENZE. Come ogni domenica, anche oggi l’appuntamento della Comunità  dell’Isolotto è alle 10.30, alle «Baracche» in via degli Aceri 1. «Fra le altre cose – anticipa Carlo Consigli – socializzeremo l’assenza di Enzo, e la continuità  della sua presenza». Nel solco di quella esperienza comunitaria che Enzo Mazzi considerava essenziale. Come una bussola che lo ha guidato per una intera esistenza. Di cui ha fatto dono, non solo metaforico, alle donne e agli uomini della comunità . Con loro non potrà  più camminare insieme. Grazie a loro, e ai tantissimi che di settimana in settimana, anno dopo anno, hanno socializzato negli appuntamenti comunitari della domenica, Enzo Mazzi continuerà  ad esserci.
Per sua espressa volontà , la morte non doveva essere una notizia. L’ennesimo rifiuto della «caratterizzazione personalistica» che l’ex parroco del quartiere popolare e operaio dell’Isolotto aveva abiurato, fin dagli albori della Comunità . «Ma il manifesto era importante per Enzo», riconosce Consigli. Perché l’eretico quotidiano comunista era per lui un altro luogo dove comunicare con gli altri i temi delle riflessioni comunitarie della domenica. Riflessioni che, negli anni, sarebbero finite anche sulle pagine fiorentine di altri quotidiani. Perché affrontavano questioni, fossero l’acqua bene comune oppure la democrazia in fabbrica, insieme locali e globali.
Anche in questi ultimi mesi, quando già  la malattia ne fiaccava il corpo ma non lo spirito, a Enzo Mazzi non erano sfuggiti avvenimenti come il «Se non ora, quando?» del 13 febbraio. Affrontato così: «Le donne che si riprendono le piazze si riprendono anche per se stesse e per tutti noi il potere sulla sacralità  della natura, dei corpi, della sessualità  e, mettendo un po’ di enfasi, sulla sacralità  di tutto l’esistente. «Se non ora, quando?». Poi erano arrivate altre riflessioni critiche, di fronte al tentativo di considerare anche Primo Maggio «una festa da sacrificare all’orgia del consumo». Infine, lo scorso 28 agosto sul manifesto, l’ultimo graffio: «Per la strategia liberista la gente deve scordare il suo passato sociale, e non avere altro ideale e identità  che la religione del danaro». Sempre nel segno delle comunità  cristiane di base di cui all’Isolotto, insieme a Sergio Gomiti e Paolo Caciolli, era stato precursore. Raccontate in quel «Cristianesimo Ribelle», edito tre anni fa per “manifesto libri”, dove tirava le fila di quella spinta profonda che da 43 anni ha portato molti credenti a mettere in discussione le gerarchie ecclesiastiche e i nessi tra chiesa e potere. Trovando nelle comunità  un luogo-laboratorio dove socializzare riflessioni ed esperienze.

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LE COMUNITà€ CRISTIANE DI BASE
«Un operaio per il Regno ci ha lasciato» Oggi la cerimonia alla comunità  dell’Isolotto

Carissimi amici ed amiche delle comunità  di base,

è con profondissimo dolore che vi comunico la triste notizia che Enzo Mazzi ci ha lasciato. È morto questa notte a Firenze per la malattia che lo aveva colpito inesorabilmente. Adesso, che forse non ci sente, perché lui non vorrebbe, possiamo dire cosa ha rappresentato per noi, per tutte le comunità  cristiane di base italiane e non solo, Enzo, un vero «operaio per il Regno», per il quale ha sempre tanto lavorato. La Comunità  dell’Isolotto lo ricorderà  domani mattina, domenica 23 ottobre, nella loro sede in via degli Aceri, 1 , alle ore 10,30.
Chi può partecipare vada a Firenze a stringersi alle donne e agli uomini dell’Isolotto; le comunità  tutte lo ricordino nelle loro assemblee domenicali.
Un abbraccio commosso a tutte e tutti,
La Segreteria nazionale delle Comunità  di base
per la Comunità  di base di san Paolo, Stefano Toppi


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