Le Borse festeggiano l’intesa E sui Btp interviene la Bce

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MILANO — La reazione del mercato alle prime decisioni concrete assunte dall’Europa è un rialzo generale delle Borse, spinte soprattutto dalle banche in quanto meno penalizzate nelle necessità  di capitale rispetto ai timori dei giorni scorsi. A Milano l’indice Ftse Mib ha chiuso in rialzo del 5,49% in linea con le altre Borse: Francoforte +5,35%, Parigi +6,28%, Madrid +4,96%, Londra +2,89%. Al summit Ue di mercoledì sono stati decisi il taglio «volontario» dell’esposizione alla Grecia pari al 50%, il potenziamento del Fondo salva Stati (Efsf) fino a mille miliardi circa grazie a un meccanismo di leva finanziaria ancora da definire nei dettagli, e appunto l’ammontare del rafforzamento delle banche per arrivare a un patrimonio (core tier 1) del 9%, pari a 106 miliardi. La richiesta dell’autorità  bancaria europea (Eba) è alle principali banche del Continente, le stesse che a giugno hanno effettuato lo stress test, per dotarsi di un cuscinetto d’emergenza per resistere a uno shock sistemico. Sul mercato le ipotesi erano di una richiesta quasi doppia di capitale, sulla base di una indicazione di circa 200 miliardi da fonti dell’Fmi. E proprio perché i prezzi delle banche scontavano già  una tale richiesta di capitale ieri in Borsa è stato giorno di guadagni.
A Milano Unicredit, che secondo l’Eba ha bisogno di 7,38 miliardi, ha chiuso in progresso del 7,49% a 0,94 euro; Intesa Sanpaolo, che è già  in linea con le nuove richieste, ha chiuso a +10,09% a 1,40 euro; Mps, cui l’Eba chiede mezzi freschi per 3,1 miliardi, ha guadagnato il 5,11% a 0,37 euro; Ubi (da ricapitalizzare per 1,48 miliardi) è salita del 6,71% a 2,99 euro, il Banco Popolare (cui mancano 2,8 miliardi) ha chiuso a +4,89% a 1,20 euro. Ancora meglio hanno fatto le banche francesi, cui sono richiesti complessivamente 8,8 miliardi: Credit Agricole +23%, Socgen +22,5%, Bnp Paribas +17%. Idem per quelle tedesche, che necessitano di 5,2 miliardi: Commerzbank ha guadagnato il 13%, Deutsche Bank il 14%.
La soluzione europea e la spinta delle banche hanno dato una mano anche allo spread fra i titoli di Stato italiani e i corrispettivi tedeschi: il differenziale Btp/Bund si è ristretto di 30 punti base chiudendo attorno a quota 360. Un rialzo comunque legato anche agli acquisti di titoli portati avanti ancora dalla Banca centrale europea.
Durerà ? Sul mercato nessuno è pronto a scommetterci, visto che mancano ancora molti dettagli dei piani Ue e per le banche si dovranno fare i conti, per esempio, relativi al taglio di bonus e dividendi richiesti dall’Eba. Si guarda però anche ad altri segnali positivi, come il Pil degli Stati Uniti. Nel terzo trimestre la crescita è stata del 2,5%, grazie a una ripresa dei consumi, dopo il +1,3% del secondo trimestre e il +0,4% del primo. Sulla base dei dati le stime sul 2011 sono di una crescita attorno al 2%, che non è poco anche se lontana dalla media americana di un 3,25%. Per la Casa Bianca è un segnale «incoraggiante» ma non sufficiente a ridurre il tasso di disoccupazione: «L’economia mondiale è fragile e non possiamo permetterci di fare nulla che metta a rischio la ripresa». Un messaggio, questo, con il quale il presidente Barack Obama si presenterà  al G20 di Cannes la prossima settimana.


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