by Sergio Segio | 19 Ottobre 2011 6:16
ROMA — Annuncia un «autunno caldo» il ministro dell’Interno Roberto Maroni e poi dice che cercherà «un accordo politico per varare nuove norme, anche se non saranno leggi speciali». Spiega che già domenica prossima «durante il corteo No Tav in Val di Susa, uno dei leader del movimento, Alberto Perino, ha detto che potrebbe succedere qualcosa di brutto». Perché «durante il corteo di Roma abbiamo visto materializzarsi una nuova forma di terrorismo, che potremmo definire terrorismo urbano, c’era l’intenzione di assaltare le sedi istituzionali, in primo luogo Camera e Senato. C’era la volontà di ricreare l’incidente avvenuto a Genova ed è solo grazie alle forze dell’ordine che si è impedito che ci scappasse il morto». Dunque, via libera alle nuove misure che consentano di trattare i violenti come gli ultrà .
Parla al Senato il titolare del Viminale, durante l’informativa che ricostruisce quanto accaduto durante il corteo degli Indignati. E tenta di trovare quell’unità politica per varare un «pacchetto» di nuove norme che «consentano di procedere a fermi e arresti di chi è solo sospettato di volere partecipare a violenze di piazza, mentre adesso non è consentito, e di procedere in flagranza anche a 48 ore di distanza dagli scontri, cioè dopo la visione dei filmati». Non sarà facile, già di prima mattina erano arrivati molti «distinguo» dagli stessi esponenti della sua colazione. Se per il ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma «è bene intervenire sul piano penalistico e processuale dopo gli scontri a Roma, ma — spiega — non evocherei mai personalmente leggi speciali come la legge Reale citata da Di Pietro», il leader della Lega Umberto Bossi è ancora più esplicito: «Ma quale legge Reale, erano delinquenti. Il Pd e Di Pietro continuano a parlare del morto da mesi e per poco non veniva il morto. Sentiamo che idea ha Maroni e poi ragioniamo ma così non va bene per nessuno».
In questo clima appare difficile che si riesca a varare in fretta il provvedimento, come invece vorrebbe Maroni. A Palazzo Madama il ministro annuncia l’intenzione di istituire un provvedimento «simile al Daspo oppure a quello in vigore in Gran Bretagna che impedisce a chi ha precedenti di partecipare ai cortei. Ma anche uno specifico reato associativo per chi esercita violenza aggravata nelle manifestazioni». E soprattutto «tutele giuridiche per le forze dell’ordine», come sollecitato più volte dal capo della polizia Antonio Manganelli. Il titolare del Viminale ripropone poi l’ipotesi di imporre «agli organizzatori dei cortei di dare garanzie economiche per riparare a eventuali danni di chi scende in piazza».
Il presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro, intervenuta in Aula dopo Maroni, definisce «utili» l’arresto in flagranza differita e il Daspo, ma esprime «un’ostilità chiara e limpida nei confronti del fermo preventivo» e ricorda che «qualcosa non ha funzionato se una città , già presidiata e allarmata da giorni sulla gravità dei disordini che potevano accadere, è stata in parte messa a ferro e fuoco».
Marcia indietro, infine, da parte del leader dell’Idv Antonio Di Pietro sul ripristino della legge Reale, perché bisogna comunque «salvaguardare i diritti costituzionali dei cittadini». L’ex pm, invece, si dice favorevole a «mutuare le norme già vigenti per i facinorosi degli stadi alle manifestazioni politiche».
F.Sar.
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