Lavitola e i consigli di Paniz “Legittimo impedimento così difenderemo il premier”

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ROMA – Sono i giorni drammatici dell’autunno 2009 quando, bocciato il lodo Alfano dalla Consulta, Berlusconi si ritrova “nudo” davanti ai magistrati. L’Udc lancia l’ipotesi del famoso «ponte tibetano», il legittimo impedimento secondo la definizione data allora da Michele Vietti. Lavitola si butta a pesce sull’avventura, dispensa consigli e dal suo amico Colucci, questore della Camera in quota Pdl, si fa raccomandare Maurizio Paniz, avvocato bellunese noto per la sua esperienza. Ne nasce un rapporto in cui Lavitola tenta in tutti i modi di sponsorizzarlo a Berlusconi per mettere in ombra Niccolò Ghedini, che non lo ha mai preso in simpatia, e ne ha stoppato la possibile candidatrura in Parlamento.

DIFFERENZA ABISSALE
(4 novembre 2009)
Paniz ha inviato una bozza sul legittimo impedimento che Lavitola gli ha commissionato per portarla a Berlusconi. Ne scaturisce un siparietto in cui Lavitola mostra come sia capace di infilarsi pure nella fattura delle leggi. Sonda Paniz anche sul caso Mondadori, la famosa causa per cui Berlusconi era stato condannato a pagare in primo grado 750 milioni, poi ridotti a 550 in Cassazione.
Paniz «Valter eccomi».
L. «Maurizio disturbo?».
P.«No, non disturbi mai».
L. «Mi sono guardato solo adesso tutta la cosa che mi sembra perfetta, ti confesso. (…) Come leggi dai giornali sostanzialmente Berlusconi sta opponendo ai vari processi il fatto che lui ha degli impegni e pertanto ha tantissimo impedimento… Facendo l’avvocato del diavolo, spiegami una cosa, qual è l’interesse a fare una norma del genere?».
P. «Perché con una norma così il giudice è obbligato al rinvio, senza la norma il giudice può valutare discrezionalmente la portata dell’impedimento. C’è una differenza abissale».
L. «Per cui dopo un impedimento, due impedimenti, tre impedimenti, il giudice può dire questo non è un legittimo impedimento».
P. «Esattamente. Ma può dirlo anche al primo colpo, questo non è un legittimo impedimento. Ma se c’è la norma che invece prevede che quello sia un legittimo impedimento, il giudice non può evitarla. C’è una differenza abissale».
L. «Perché oggi la norma prevede che il giudice a sua discrezione può valutare questo, giusto?».
P. «Sì, però oggi prevede che quella tipologia d’impegni non sia considerata un legittimo impedimento, l’incontro internazionale per presiedere il meeting sulla fame, come lui ha indicato mi pare, non è un legittimo impedimento oggi».
L «Da dove si evince questo? Sei in studio?».
P.«No, non sono in studio, però ce l’ho bene in testa la situazione».
L. «Allora scusa, io ho la carta in mano, abbi pazienza, andiamo su questo punto, impedimento a comparire, te lo posso leggere?»
P. «Ma lo so bene, ce l’ho in testa».
L. «Dove dice che…».
P. «Oggi non c’è nessuna previsione che riguardi esplicitamente il presidente del Consiglio e i suoi impedimenti. Nessuna, nessuna».
L. «Neanche il contrario».
P. «Le norme se non sono scritte, non si presumono esistenti, non è che ci deve star scritto il contrario. Abbi pazienza Valter. Quando non c’è la previsione esplicita, il giudice a sua discrezione può dire sì lo rinvio, no non lo rinvio. Hai capito?».
L.«La sentenza di Previti non fa giurisprudenza?».
P. «Riguarda il difensore e l’impegno parlamentare».
L.«So tutte cose importantissime, abbi pazienza».
P. «Solo l’aula di udienze parlamentari».
L. «Vorrà  dire che remunerò la tua consulenza con tutte le pizze del mondo».
P. «Non ti preoccupare».
L. «Quando sei qui hai la pizza pagata a vita».
P. «Almeno non morirò di fame, questa è una consolazione».
L. «Date le tue scarsissime finanze».
P. «Sai nella vita non si sai mai quello che può succedere, è sempre meglio avere un credito piuttosto che un debito».
L. «Ah scusami, per quanto riguarda la questione della Mondadori, questa cosa qua va uguale?».
P. «No, non c’entra niente, è una questione processual civilistica».
L. «Lì comunque se lo inculano, a meno che non ci sta quella norma della…».
P. «Lì possono anche rovesciare la sentenza di primo grado».
L. «Tu dici che possono rovesciare la sentenza?».
P. «Secondo me sì. È rovesciabile».
L. «Hai avuto qualche boato sulla parte di Ghedini su queste cose qua?».
P. «No, neanche a parlarne».
L. «Quindi sta gestendo in modo riservato questa cosa. Va benissimo».
P. «Io non ho parlato mai con nessuno di questo».
L. «No dico, tu hai avuto da Niccolò qualche…».
P. «No, no nulla».
IL DDL PANIZ
(19 novembre)
Ormai Lavitola lo chiama ddl Paniz e lo invia in giro per avere pareri.
Lavitola alla segretaria Daniela «Quel ddl che ci ha mandato Paniz ce l’avete?».
Daniela «Sì».
L. «Ecco, mandatelo al senatore Comincioli e poi riscontrate che sia arrivato».

SILVIO DICE BRAVO PANIZ
(novembre 2009)
Ancora una telefonata tra Lavitola e Paniz, in cui il primo cerca di mettere il secondo contro Ghedini.
Lavitola «Ho visto il presidente, gli ho fatto leggere quella cosa, lui mi ha costretto a dirgli con chi l’avevo fatta, io gliel’ho detto, le sue parole sono state “effettivamente è uno dei più bravi che abbiamo”».
P. «Troppo bravo».
L. «Gli ho detto la verità . Gli dico dottore, guardi, che lui non sa neanche che la stavo facendo per lei, anche se lo ha intuito, mi ha detto che lui non si voleva occupare di nulla sulla giustizia che non fosse esplicitamente richiesto da Niccolò. Lui dice bene bene, ma lascia stare queste cose me ne occupo io, anzi dirò a Niccolò di contattarlo per vedere un po’ di cose sulla giustizia e lo so io come metterla mi ha detto, dopodiché mi ha detto che prima di prendere questa decisione in questo senso loro stavano parlando con il presidente della Repubblica e dovevano vedere in che termini andare su una cosa o sull’altra, mi ha detto di ringraziarti e poi di vederlo insieme».
P. «Io ti ringrazio, ma sai come la penso, non voglio creare nessuna ragione…».
L. «Se Niccolò ti contatta… io gli ho detto la verità , gli ho detto dottore a parte che lui è uno che… insomma che non ha volontà  né voglia di mettersi in mostra, poi siccome non vuole entrare in conflitto con Niccolò… e quindi insomma, mi ha detto lui è uno dei più bravi che abbiamo».
P. «Bene, ti ringrazio molto per la stima, mi fa solo piacere che il presidente la pensi così, quindi di questo sono solo contento e ti ringrazio molto per l’opportunità  che mi hai dato di avere questo messaggio. Tu sai che su di me puoi contare e tutto quello che posso fare lo faccio volentieri».
L. «Ma figurati, sei un vero tesoro, senti mi fai sapere se Niccolò ti contatta e cosa dice, in modo tale che io possa muovermi di conseguenza».

GHEDINI AVVOCATICCHIO
(novembre 2009)
Lavitola parla con il questore della Camera Francesco “Ciccio” Colucci ed esplicita il piano di far entrare Paniz nelle grazie di Berlusconi al posto dell’odiato Ghedini.
Colucci «Quello là  è una bravissima persona…».
Lavitola «Eh? Ottimo, ottimo. Pensa che ieri ho visto Siniscalchi per la stessa cosa e quando gli ho detto ho trovato uno di Forza Italia che non sembra manco di Forza Italia tanto è bravo e serio, lui mi ha detto chi è Paniz?».
C, «Sì ma questo qua poi usa i Ghedini, quelli là , ma tutti avvocaticchi. Gli hai detto che Paniz te l’ho segnalato io?».
L. «Non gli ho detto niente di Paniz. Mi ha detto di non dire niente perché lui ha paura di Niccolò e forse ha ragione».
C. «Quello là  fa terra bruciata, lo fece con te ‘sto stronzo».


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