L’acqua pubblica? Sì, anzi «ni»

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«Il comitato si aspettava che finalmente l’Aato concretizzasse l’esito referendario tanto sull’applicazione immediata del 2° quesito (abolizione della remunerazione del capitale), quanto sull’avvio di un percorso di ripubblicizzazione del servizio idrico integrato (1° quesito). Purtroppo l’assemblea si è conclusa con un nulla di fatto», spiegano quelli del comitato referendario. Tra l’altro il comitato referendario genovese è riuscito a farsi sentire solo dopo aver puntato i piedi con il deposito, ai primi di settembre, di una significazione/diffida e per ottenere qualcosa nei giorni precedenti l’incontro il comitato aveva anche scritto una lettera aperta gli amministratori pubblici. «Il bello è che alla conferenza, davanti a noi, gli amministratori pubblici non hanno fatto che parlare di acqua pubblica e diritto ad un bene comune dimostrandosi tutti a favore dell’applicazione del referendum – commenta il referente del Comitato referendario genovese, Pino Cosentino – e invece quando siamo scesi sugli aspetti pratici della questione è uscita fuori tutta la doppiezza, qualcuno non ha detto una parola e alla fine tutti hanno lodato l’operato di Iren».
La mozione
Sono sorte anche un sacco di perplessità : qualcuno ha detto che l’immediata applicabilità  dei referendum non è possibile per problemi legislativi, che l’Aato non può decidere subito, ma deve attendere il ministero. Tutto falso, ribadiscono gli attivisti pro-acqua pubblica che considerano illegittimo l’affidamento al colosso Iren avvenuto nel 2009. E siccome la ripubblicizzazione dell’acqua è bellissima, ma nel giardino del vicino, come si suol dire, alla fine la conferenza ha passato una mozione quasi all’unanimità  (si sono astenuti solo in 3), in cui l’Aato si «impegna» a «rivedere le tariffe nel 2012» e a chiedere al gestore di istituire un fondo in cui venga accantonata la quota di remunerazione del capitale.«Noi abbiamo chiesto che si scrivesse congelare, ma il verbo non è stato accettato – spiega ancora Cosentino – e la parola rivedere è piuttosto aleatoria. Ora il problema è che quello che è successso a Genova rischia di succede altrove. Tra l’altro, lo stesso giorno, l’Aaato di Forlì ha rimandato la discussione senza arrivare a nessuna deliberazione – dice il portavoce – Noi non ci arrendiamo, nei prossimi mesi continueremo a fare campagne informative e mobiliteremo i cittadini a livello nazionale perchè venga finalmente applicato ciò che è uscito dai referendum sull’acqua».


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