La povertà  continua a crescere in Italia

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ROMA – Nella giornata mondiale contro la povertà , in calendario lunedì 17 ottobre, saranno due le principali occasioni di riflessione e denuncia del fenomeno in Italia. Caritas Italiana e Fondazione Zancan hanno scelto proprio questo giorno per presentare l’undicesima edizione del rapporto su povertà  ed esclusione sociale in Italia, dal titolo “Poveri di diritti”, edito dal Mulino. La conferenza stampa inizierà  alle 11 nella sede della Pontificia Università  Gregoriana, Aula Tesi, piazza della Pilotta, 4, Roma. Nello stesso giorno si svolgerà  “La notte dei senza dimora”: centinaia di persone (800 lo scorso anno) si ritroveranno nelle principali città  per dormire in piazza, sotto le stelle. Sarà  un atto provocatorio per dire no alla povertà  e un gesto di solidarietà  dedicato a chi non ha un tetto sopra la testa.

Secondo le ultime stime Istat l’Italia è ben lontana dal trovare una soluzione efficace contro la povertà : nel 2009 erano 7,8 milioni i poveri (13,1%), nel 2010 lo erano 8,3 milioni (13,8%). Famiglie numerose, monogenitoriali, del Sud sono le più colpite: si tratta, nel complesso, di 2,73 milioni di nuclei familiari. Eppure le stime rischiano di essere lontane dalla realtà . Come già  fatto lo scorso anno, la Zancan rilancerà  la necessità  di strumenti di misura della povertà  che riescano a fotografare il problema reale: “Il fatto che non vediamo fino in fondo gli effetti reali della crisi dipende dal metodo di calcolo dei poveri – avvisa il direttore  della Zancan, Tiziano Vecchiato –. Se si abbassa la linea della povertà  chi l’anno scorso era considerato povero quest’anno non lo è più. Ma per lui niente è cambiato, realmente”. In sostanza, oggi a scuola chi prende 5 è “sotto la linea della povertà ”. Se però la sufficienza si abbassa al 4, quella persona che continua na prendere 5 ha l’impressio di uscire dalla lista degli insufficienti. “Per questo bisogna da dire che i poveri hanno diritto a non scomparire per effetto statistico” riferisce il direttore.

Il nuovo rapporto Caritas-Zancan promette di dedicare un’attenzione particolare al tema dei diritti negati: “Parlando di povertà  non si deve ragionare solo in termini di deprivazione economica – riflette Vecchiato –, ma pensare alle altre conseguenze concrete, tangibili. Essere poveri significa negazione del diritto al lavoro, alla famiglia, all’abitazione, ma anche alla giustizia, all’educazione, alla salute”. Le politiche fallimentari di lotta alla povertà  fin qui tentate dimostrano che è necessario cambiare approccio al problema: “Lo diciamo da anni e lo ripeteremo lunedì – conclude Vecchiato -: i trasferimenti economici una tantum per fronteggiare l’emergenza non bastano e possono essere ridotti. Qui si tratta di fare in modo che la spesa sociale investita produca un rendimento maggiore, con risposte molto più efficaci e durature”. (gig)

 

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