La Nato attacca le barricate serbe anti «frontiera»

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Ieri la situazione restava tesa nel nord-Kosovo, quello a maggiore presenza della minoranza serba, per la maggior parte fuggita nel terrore dopo l’occupazione Nato. Lì giovedì i militari della Kfor-Nato, insieme al personale della missione europea Eulex, sono intervenuti per iniziare a rimuovere le tante barricate erette dalla popolazione serba in segno di protesta per la presa di controllo il mese scorso di due posti di frontiera con la Serbia da parte delle autorità  di Pristina.
Non è servito che davanti ai militari si schierassero migliaia di donne, anziani, bambini e famiglie, idranti e lacrimogeni hanno provocato 22 feriti. La notte di ieri è trascorsa tranquilla, senza nuove azioni delle truppe Nato, che hanno assunto però il pieno controllo solo del posto di frontiera di Brnjak, riaperto al traffico. Ma è ancora chiusa l’altra postazione di confine a Jarinje, anch’essa circondata da posti blocco e barricate dei serbi. Che ora, visto che nessuno li protegge, chiedono l’intervento dei militari e della polizia di Belgrado.
Il capo negoziatore serbo fra Belgrado e Pristina, Borislav Stefanovic, aveva sottolineato nei giorni scorsi la netta contrarietà  della parte serba alla definizione di una formale frontiera con la Serbia nel nord del Kosovo, e alla presenza di doganieri kosovari albanesi nei posti di confine al nord. «C’è un tentativo di stabilire una frontiera fra Serbia e Kosovo. Ma non vi può essere un confine, soprattutto in un’area dove risiede una popolazione a grande maggioranza serba. Non vi può essere una frontiera poichè si tratta di una linea di demarcazione amministrativa della nostra provincia meridionale», ha detto Stefanovic. E il ministro dell’interno serbo, Ivica Dacic, ha lanciato un appello alla Kfor a non far uso della forza per rimuovere le barricate e i blocchi stradali eretti dai serbi. «Le barricate non le fanno gruppi di criminali, ma si tratta di un mezzo di lotta politica e della manifestazione della posizione dei serbi che si oppongono all’indipendenza del Kosovo – ha detto Dacic – è importante risolvere la disputa col dialogo». Il presidente Boris Tadic fa appello alla calma e invita i serbi a rimuovere le barricate. Ma c’è una novità : il nuovo patriarca della Chiesa ortodossa serba, il moderato Irinej, appoggia la «giusta protesta dei serbi del Kosovo». Dove, in una disputa su beni rubati dai kosovaro-albanesi a Pec, sempre giovedì un serbo è stato ucciso a colpi di arma da fuoco.
Forse oggi, dalle dichiarazioni del comandante del contingente Nato, il generale tedesco Erhard Drews, potrebbero tenersi nuovi colloqui fra Kfor e i responsabili della popolazione. La tensione resta altissima.


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