La Grecia stretta tra rabbia e paura
ATENE.Gli Indignati greci tornano oggi a dire no agli ultimi tagli del governo Papandreou imposti dalla troika Ue, Bce e Fmi, mentre 18 sigle sindacali si sono date appuntamento nella stessa piazza per un’assemblea che vuole sottolineare l’unità con la lotte degli Indignati e il resto delle piazze greche e del mondo contro l’aggressione allo stato sociale, l’occupazione e i diritti sociali.
Il piano di licenziamenti massicci nella pubblica amministrazione, tra 30.000 e 100.000 impiegati in meno di due anni, ha moltiplicato le reazioni contro la politica del governo. Il tentativo della troika di imporre l’abolizione dello stipendio minimo e il congelamento di ogni contratto nazionale e settoriale collettivo, se non la loro abolizione, ha creato un solido asse di solidarietà tra i lavoratori del settore pubblico e quello privato, evaporando i tentativi della troika e del governo di dirigere i lavoratori del settore privato contro i «privilegiati» ed i «fannulloni» del settore pubblico.
La protesta contro le misure draconiane imposte alla Grecia da Ue, Bce e Fondo monetario, ma anche dalla Germania, per concedere la sesta tranche degli 8 miliardi di euro ed evitare il fallimento, si estende a macchia d’olio in tutta la pubblica amministrazione. Alle occupazioni di centinaia di municipi, di ministeri, scuole e università si è aggiunta anche quella della della società elettrica Deh. I sindacalisti di Paske hanno dimostrato molto coraggio a bloccare per qualche ora i lavori della sede di Deh, mentre la società ha minacciato di ricorrere alla magistratura. Un’occupazione che non solo ha spinto molta gente a mettere in campo proteste simili, ma che mette in luce anche a grande frattura della base sociale che attraversa il partito socialista.
Le manifestazioni, gli scioperi e le occupazioni delle ultime due o tre settimane hanno mostrato anche come è cambiato l’umore delle persone. Gli ateniesi non protestano perché gli autobus non passano o per il traffico provocato dalle manifestazioni, ma contro chi ha tolto loro una grossa fetta di stipendio e, a volte, anche il lavoro.
«Gli automobilisti aspettano pazientemente in macchina e solidarizzano con noi che protestiamo», spiega Irini Mpalafa, una delle anime degli Indignati greci, per la quale «la cosa più importante degli ultimi giorni è la nascita di una solidarietà sociale tra la gente, che non sembra disposta a lasciare da solo chi ha bisogno».
Per la giovane indignata «la gente supera la rabbia e si organizza per affrontare le conseguenze della crisi creando al contempo nuovi rapporti sociali. A Ampelokipi, un quartiere popolare di Atene – racconta -, gli insegnanti, i genitori e la gente hanno fatto subito fronte comune per aiutare la famiglia di una bambina svenuta nella scuola del quartiere perché non aveva mangiato». Il governo di Papandreou ha smentito il fatto, riducendolo alle leggende metropolitane, pero non ha potuto cancellare la forte emozione che si è creata nel paese. «Solo la pioggia e la polizia possono evitate una grande manifestazione il 15 ottobre», sottolinea Mpalafa.
«La manifestazione sarà solo una prova per gli scioperi dei prossimi giorni», aggiunge Giannis Albanis, della «Rete per i diritti politici e sociali» che fa parte degli Indignati, auspicando che la protesta contro le politiche antisociali dilaga in Europa. «Questa volta saremo a milioni nelle piazze di tutta Europa e del mondo e i banchieri dovranno fare i conti con noi, visto che si preparano a ricevere gratis nuove montagne di soldi dai governi», dice l’attivista.
Il sindacato del settore pubblico Adedy ha chiamato i lavoratori alla mobilitazione anche lunedì e martedì, cioè prima dello sciopero delle 48 ore di mercoledì e giovedì contro la votazione del pacchetto di nuovi tagli e la controriforma sul lavoro. Adedy ha chiesto alle assemblee dei lavoratori di decidere i modi della protesta, mentre i medici del sistema sanitario pubblico hanno dato vita a una serie di scioperi di 24 ore da venerdì fino al 21 ottobre contro il taglio dei posti e la mobilità .
Il governo e i conservatori di Nuova Democrazia hanno attaccato i sindacalisti di Poe-Ota rei di bloccare le discariche dei rifiuti contribuendo alla creazione di montagne di spazzatura nelle strade di Atene, mentre il governo ha avvertito i lavoratori che partecipano alle occupazioni e alle proteste che non saranno pagati per tutta la durata della protesta.
La coalizione di sinistra radicale Syriza, gli «extraparlamentari» di Antarsya, tantissime associazioni e sindacati hanno chiamato i propri militanti a mobilitarsi oggi, mentre moltissimi cantanti e attori hanno accettato di partecipare al concerto che si terrà stasera. Unici assenti da piazza Syntagma saranno, per ennesima volta, i comunisti ortodossi di Kke.
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