La Grecia si arrende all’austerity

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BRUXELLES — Il partito socialista Pasok del premier greco, George Papandreou, è riuscito a far passare in Parlamento l’approvazione delle nuove misure di austerità , imposte dall’Europa come condizione per varare la seconda rata di aiuti per otto miliardi di euro indispensabile per evitare l’insolvenza già  il mese prossimo. L’ex ministro socialista del Lavoro, Louka Katseli, ha votato contro l’articolo sul congelamento della contrattazione collettiva, contestatissimo nelle proteste popolari sfociate ancora in duri scontri ad Atene. Subito è stata espulsa dal partito nonostante il suo sì finale al pacchetto complessivo.
La trojka composta dalla Commissione europea, dalla Banca centrale europea (Bce) e dal Fondo monetario internazionale di Washington (Fmi), che valuta l’attuazione del risanamento dei conti pubblici greci, ha considerato indispensabile la concessione degli otto miliardi, anche se sufficienti ad allontanare solo temporaneamente gli scenari più temuti. Commissione e Bce hanno definito «estremamente preoccupante» la dinamica del debito pubblico della Grecia. Il Fmi pubblicherà  un suo rapporto separato più avanti, ma a Bruxelles hanno smentito divergenze d’opinioni nella trojka.
Papandreou ha espresso la sua soddisfazione per la vittoria in Parlamento. Ma la Grecia resta schiacciata tra le pressioni dell’Europa, che impongono tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni, riduzioni dei diritti sindacali, e le rivolte popolari interne, che contestano queste misure di austerità  in un momento di recessione e di disoccupazione dilagante. Ieri anche il secondo giorno dello sciopero generale ad Atene ha fatto registrare decine di feriti tra i dimostranti. L’operaio morto avrebbe avuto un infarto. Nei pressi del Parlamento gruppi di incappucciati hanno attaccato il corteo dei sindacati di area comunista, che hanno reagito disperdendoli.
Fondamentale nel tentativo di salvataggio della Grecia appare l’Eurogruppo dei ministri finanziari di oggi a Bruxelles, che prepara le decisioni attese nei vertici dei capi di Stato e di governo dell’Ue in programma domenica e mercoledì prossimi. Si ipotizza un aumento del fondo salva-Stati. Le incertezze e le divisioni tra i governi impediscono però di azzardare previsioni. Il ministro delle Finanze greco, Evangelos Venizelos, ha criticato «il pericoloso circolo vizioso» che porta Atene a non sapere se saranno garantiti i finanziamenti di salvataggio dei prossimi 12 mesi perché l’Europa attende le decisioni dell’Eurogruppo, che aspetta le valutazioni della Commissione e quelle del Fmi, che temporeggiano sulla solvibilità  futura della Grecia. Papandreou ha ammonito sui rischi per il suo Paese e per l’intera Eurozona se nei due summit non venissero varate soluzioni efficaci. Anche il presidente della Fed Ben Bernanke ha definito «preoccupante» l’impatto che la crisi della Grecia e dell’Europa sta avendo sull’economia Usa.


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