La Biblioteca nazionale è zona rossa

by Sergio Segio | 12 Ottobre 2011 7:13

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 ROMA. Volevano occupare simbolicamente la cavea della biblioteca nazionale di Roma dalle cinque alle dieci, ma hanno trovato un cordone di polizia e cinque camionette che impedivano l’accesso. Surreale, ma vero, è quello che è successo ieri all’ingresso della più grande biblioteca italiana dove gli intermittenti dello spettacolo che occupano il teatro Valle, gli scrittori Tq (trenta-quarantenni), insieme alla rete dei lavoratori della conoscenza, ricercatori, grafici e informatici, archeologi e traduttori, e gli studenti provenienti dalla Sapienza, si erano radunati per dare vita ad un evento culturale intitolato «carta batte forbice» al quale avrebbero dovuto partecipare tra gli altri Franca Valeri, l’esperto in «biblioteconomia» Giovanni Solimine, gli scrittori Marco Lodoli e Emanuele Trevi, Elena Stancanelli Francesco Piccolo e Nicola LaGioia. «Sono allibito – ha detto Marino Sinibaldi, direttore di Radiotre e ex bibliotecario – è grottesco schierare la polizia per difendere una biblioteca da chi la vuole difendere. Questi ragazzi vengono trattati come chi vuole bruciare i libri e non salvarli».

«La biblioteca è inagibile per un guasto ai tornelli» è stato detto inizialmente per giustificare la situazione. Dev’essere stato così disastroso, questo «guasto», da vietare l’entrata e l’uscita dalla biblioteca già  verso le 15,30, costringendo il personale e gli utenti a restare prigionieri involontari della struttura. «Senza un motivo ragionevole – ha detto la scrittrice Sara Ventroni – il direttore sta sospendendo un servizio pubblico». Poi l’incredulità  è diventata indignazione nella piccola folla di trecento persone schierata davanti al cordone della polizia. Alle 16,30 la biblioteca è stata chiusa per questioni di «sicurezza». A quel punto quaranta persone si sono sedute sull’asfalto improvvisando un «read-in». Qualcuno ha iniziato a leggere ad alta voce.
Verso le cinque è arrivata la nota durissima di Claudio Meloni (Funzione pubblica Cgil) che ha spiegato l’assurdità  sotto gli occhi di tutti: «Il direttore della Biblioteca nazionale di Roma ha chiamato la polizia per impedire un’assemblea pubblica di protesta». La tensione è salita e, alle 17,44, cinquanta persone hanno bloccato il traffico. Un uomo con il megafono è stato assalito da tre poliziotti, ma ha resistito fermamente. Dieci ragazzi sono intervenuti per proteggerlo, mentre il plotone della celere si schierava. Un poliziotto abbranca uno studente dallo zainetto e lo insulta pesantemente. Una ragazza è accorsa come una furia per separarli. Alcuni giornalisti e ricercatori si sono frapposti e, in un quarto d’ora, si è improvvisata un’assemblea. Lo scrittore Christian Raimo, entrato in biblioteca poco dopo le tre, denuncia a quel punto di essere stato identificato dalla Digos: «Solo nel 1973 in Cile la polizia è entrata nelle biblioteche, oggi è successo nell’emeroteca della Nazionale». «Ci è stato chiesto – ha poi ricostruito – di presentare una richiesta formale per ottenere l’autorizzazione per un evento culturale. Lunedì, dopo cinque ore di anticamera, il direttore ci ha negato il permesso. Evidentemente qualcuno glielo ha imposto…». Da voci, tutte da verificare, sembra che si temesse l’infiltrazione di «brutti ceffi» nell’assemblea. La tensione, hanno spiegato fonti interne alla biblioteca, si spiega per i timori sollevati in vista della manifestazione di sabato prossimo, quella degli «indignati». Un collegamento pretestuoso che rende però il clima che c’era ieri a Roma.
Andrea Marchitelli, responsabile dell’Associazione Italiana Biblioteche (Aib-Lazio) era incredulo. Già  lunedì l’Aib aveva appoggiato «in maniera convinta» l’iniziativa promossa dal Valle e dai Tq: «Quello del direttore Avallone è un atto che fa male – afferma – Era un’occasione di grande visibilità  e invece ha mandato un messaggio devastante. Ignoro i motivi che lo hanno spinto. Questa chiusura è incomprensibile». La prossima settimana Cgil e l’Aib chiederanno un incontro pubblico tra i promotori dell’assemblea e il direttore Avallone «per riportare – assicurano – un minimo di civiltà  nei rapporti». Sul tappeto sono rimasti tutti i problemi della biblioteca. Li riassume Carlo Tempestini, rappresentante Cgil nella Rsu della Biblioteca nazionale: «Dal 2000 abbiamo perso il 50% del finanziamento. Oggi la Nazionale riceve 1,2 milioni di euro e ha quasi azzerato l’acquisto di opere e periodici. Per ovviare alla mancanza di personale – prosegue Tempestini – ci sono 20 volontari che sono impiegati ormai in compiti assegnati al personale in ruolo per 400 euro mensili». Il blocco del turn-over impedisce nuove assunzioni», Alla Nazionale di Roma lavorano appena 264 persone. In quella di Parigi sono oltre 2400. I fondi che il governo francese destina a questa istituzione sono oltre 200 milioni all’anno. Numeri che possono essere riassunti con un’immagine inquietante: nella cattedrale nel deserto che sorge in viale Castro Pretorio c’è un enorme roditore che ha fatto piazza pulita dei libri e dei fondi necessari per acquistarli. Ieri i lavoratori della conoscenza hanno provato a fermarlo.

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