by Sergio Segio | 19 Ottobre 2011 22:00
“La modifica della Legge 185 del 1990[1], che è considerata un modello a livello internazionale per i divieti che contiene, per i controlli e le misure di trasparenza, non può avvenire senza un adeguato dibattito parlamentare” – sostengono le due realtà . “Infatti, il Governo, per la prima volta, su una materia così delicata che riguarda la politica estera e di sicurezza del Paese, ha deciso di fare approvare al Parlamento una legge delega[2]. Sarà poi l’esecutivo a scrivere le norme sul commercio di armi sulla base delle poche indicazioni contenute nella proposta di legge “comunitaria” attraverso un decreto legislativo. Senza alcuna trasparenza e senza nessun confronto in Parlamento”. “I sei commi dell’art. 12 che contengono la delega – spiegano – non definiscono in modo definito e rigoroso i principi e criteri direttivi (come prevede la Costituzione) che dovrebbero improntare la redazione del decreto legislativo conseguente, lasciando mano libera all’esecutivo di modificare, senza troppi paletti, la legge 185/90 sul commercio di armi”.
Le organizzazioni della Rete Italiana per il Disarmo e della Tavola della Pace si mobiliteranno – come avvenuto continuamente in tutti questi anni[3] – affinché sia garantita l’osservanza dei principi fondamentali di controllo e di trasparenza che sono alla base della legge 185/90.
“In questo periodo di crisi economica i poteri e le lobby armiere scalpitano per avere le mani libere da vincoli di controllo sul business delle armi, ed il governo con le modifiche alla legge 185 si appresta a sostenere questi mercanti di morte” – sostiene Riccardo Troisi di Rete Italiana per il Disarmo. “Al contrario sarebbe importante attivarsi con normative e risorse che taglino le spese militari e redistribuiscano i miliardi sottratti a queste spese inutili verso politiche di miglioramento dello stato sociale e per favorire nuove economie che mettano al centro la sostenibilità sociale ed ambientale”.
“La legge 185/1990 ha, tra l’altro, il grande merito di aver introdotto controlli bancari rigorosi e trasparenti per evitare transazioni finanziarie occulte connesse all’export di armi – evidenzia Giorgio Beretta, analista della Rete Disarmo. Appare singolare che questo governo intenda riscriverla col chiaro intento di ridurre fortemente la trasparenza sui controlli bancari proprio nei giorni in cui i vertici (gli ex Amministratori delegati) sia della maggiore industria militare nazionale[4] (Finmeccanica) sia del principale istituto di credito italiano[5] (UniCredit) sono oggetto di specifiche indagini da parte della magistratura per attività illecite”.
Il pericolo insito nella riduzione e depotenziamento degli strumenti di controllo sui trasferimenti di armi è ben dimostrato dai dati diffusi proprio ieri dal rapporto di Amnesty International[6] dal titolo “Trasferimenti di armi in Medio Oriente e Africa del Nord: le lezioni per un efficace Trattato sul commercio di armi” in cui si evidenzia come in alcune delle aree geopolitiche più problematiche del mondo come il Nord Africa e il Medio Oriente le armi siano affluite copiose, anche dall’Italia paese e nonostante i controlli già attivi.
La Rete Italiana per il Disarmo e la Tavola della Pace si dicono quindi “contrarie a questa proposta che consegna una delega in bianco al Governo” . “Il fatto che le norme sui controlli delle esportazioni di armi siano approvate senza un vero confronto nelle competenti sedi istituzionali è un rischio per la democrazia e la sicurezza”.. Le associazioni che fanno parte di entrambe le organizzazioni chiedono di stralciare l’articolo 12 del disegno di legge che diminuirebbe controlli e la trasparenza sui trasferimenti armi con il rischio di esportare armi italiane a Paesi in guerra e che siano utilizzate per commettere gravi violazioni dei diritti umani.
“Quello che chiediamo ai parlamentari è un atto di buon senso: non possiamo più permetterci di alimentare, con la vendita delle nostre armi, i conflitti e le guerre che si stanno moltiplicando nel mondo e anche alle porte di casa nostra – conclude Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace – alcuni mesi fa il Senato aveva bloccato il tentativo del Governo di facilitare la vendita delle armi italiane nel mondo, ora è venuto il tempo di cancellare definitivamente questa irresponsabile pretesa”.
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