Italia: il Governo vuole mano libera per riscrivere la legge sull’export di armi

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“La modifica della Legge 185 del 1990, che è considerata un modello a livello internazionale per i divieti che contiene, per i controlli e le misure di trasparenza, non può avvenire senza un adeguato dibattito parlamentare” – sostengono le due realtà . “Infatti, il Governo, per la prima volta, su una materia così delicata che riguarda la politica estera e di sicurezza del Paese, ha deciso di fare approvare al Parlamento una legge delega. Sarà  poi l’esecutivo a scrivere le norme sul commercio di armi sulla base delle poche indicazioni contenute nella proposta di legge “comunitaria” attraverso un decreto legislativo. Senza alcuna trasparenza e senza nessun confronto in Parlamento”. “I sei commi dell’art. 12 che contengono la delega – spiegano – non definiscono in modo definito e rigoroso i principi e criteri direttivi (come prevede la Costituzione) che dovrebbero improntare la redazione del decreto legislativo conseguente, lasciando mano libera all’esecutivo di modificare, senza troppi paletti, la legge 185/90 sul commercio di armi”.

Le organizzazioni della Rete Italiana per il Disarmo e della Tavola della Pace si mobiliterannocome avvenuto continuamente in tutti questi anni – affinché sia garantita l’osservanza dei principi fondamentali di controllo e di trasparenza che sono alla base della legge 185/90.

“In questo periodo di crisi economica i poteri e le lobby armiere scalpitano per avere le mani libere da vincoli di controllo sul business delle armi, ed il governo con le modifiche alla legge 185 si appresta a sostenere questi mercanti di morte” – sostiene Riccardo Troisi di Rete Italiana per il Disarmo. “Al contrario sarebbe importante attivarsi con normative e risorse che taglino le spese militari e redistribuiscano i miliardi sottratti a queste spese inutili verso politiche di miglioramento dello stato sociale e per favorire nuove economie che mettano al centro la sostenibilità  sociale ed ambientale”.

“La legge 185/1990 ha, tra l’altro, il grande merito di aver introdotto controlli bancari rigorosi e trasparenti per evitare transazioni finanziarie occulte connesse all’export di armi – evidenzia Giorgio Beretta, analista della Rete Disarmo. Appare singolare che questo governo intenda riscriverla col chiaro intento di ridurre fortemente la trasparenza sui controlli bancari proprio nei giorni in cui i vertici (gli ex Amministratori delegati) sia della maggiore industria militare nazionale (Finmeccanica) sia del principale istituto di credito italiano (UniCredit) sono oggetto di specifiche indagini da parte della magistratura per attività  illecite”.

Il pericolo insito nella riduzione e depotenziamento degli strumenti di controllo sui trasferimenti di armi è ben dimostrato dai dati diffusi proprio ieri dal rapporto di Amnesty International dal titolo “Trasferimenti di armi in Medio Oriente e Africa del Nord: le lezioni per un efficace Trattato sul commercio di armi” in cui si evidenzia come in alcune delle aree geopolitiche più problematiche del mondo come il Nord Africa e il Medio Oriente le armi siano affluite copiose, anche dall’Italia paese e nonostante i controlli già  attivi.

La Rete Italiana per il Disarmo e la Tavola della Pace si dicono quindi “contrarie a questa proposta che consegna una delega in bianco al Governo . “Il fatto che le norme sui controlli delle esportazioni di armi siano approvate senza un vero confronto nelle competenti sedi istituzionali è un rischio per la democrazia e la sicurezza”.. Le associazioni che fanno parte di entrambe le organizzazioni chiedono di stralciare l’articolo 12 del disegno di legge che diminuirebbe controlli e la trasparenza sui trasferimenti armi con il rischio di esportare armi italiane a Paesi in guerra e che siano utilizzate per commettere gravi violazioni dei diritti umani.

“Quello che chiediamo ai parlamentari è un atto di buon senso: non possiamo più permetterci di alimentare, con la vendita delle nostre armi, i conflitti e le guerre che si stanno moltiplicando nel mondo e anche alle porte di casa nostra – conclude Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace – alcuni mesi fa il Senato aveva bloccato il tentativo del Governo di facilitare la vendita delle armi italiane nel mondo, ora è venuto il tempo di cancellare definitivamente questa irresponsabile pretesa”.

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