Ispettori del ministero dai pm del caso escort

by Sergio Segio | 11 Ottobre 2011 6:53

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ROMA — Gli ispettori del ministero nelle Procure di Napoli e di Bari. Il titolare del dicastero della Giustizia Francesco Nitto Palma si prepara a far luce sulle inchieste delle escort portate dall’imprenditore Gianpaolo Tarantini al premier Berlusconi.

Il ministro, per questo, avrebbe acquisito dal Csm gli atti delle audizioni dell’ex pm di Bari Giuseppe Scelsi e del procuratore capo Antonio Laudati. Era stato Scelsi a denunciare il suo capo di presunti ritardi nella chiusura dell’inchiesta. Ed è su questo che il Guardasigilli vorrebbe vederci chiaro alla Procura di Bari.

A Napoli, invece, il lavoro degli ispettori dovrebbe essere ben più articolato. Guidati da Arcibaldo Miller, gli inviati del ministero dovranno per prima cosa verificare la questione della competenza: l’inchiesta si è svolta in Procura a Napoli, ma poi è stato un giudice del tribunale della stessa città  a decidere la revoca della competenza.

C’è poi la denuncia che le camere penali di Bari hanno inviato nei giorni scorsi allo stesso ministro Nitto Palma contro i tre pm titolari dell’inchiesta, Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli ed Henry John Woodcock. La storia riguarda uno dei legali di Gianpaolo Tarantini, l’avvocato Nicola Quaranta: nella denuncia le camere penali di Bari sostengono che i tre magistrati lo abbiano ascoltato sollevandolo dal segreto professionale. «Un atto abnorme», secondo i legali baresi, visto che in base all’articolo 200 del codice di procedura penale questo potere sarebbe concesso soltanto a un giudice (e non a un magistrato) a seguito di accertamenti.

Alla Procura di Napoli gli ispettori dovranno anche occuparsi della fuga di notizie su un’intercettazione fra il faccendiere Valter Lavitola (tuttora latitante a Panama) e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. È una fuga relativa a un’intercettazione del 24 agosto scorso (quando il premier consigliò a Valter Lavitola di rimanere all’estero, a Panama dove si trovava): il suo contenuto finì pubblicato sulla stampa prima ancora di essere depositata. Ecco quindi che gli ispettori dovranno indagare fisicamente negli uffici giudiziari di Napoli, verificare la tenuta di questi uffici rispetto ai dati sensibili.

Ma su questo invio si scatenano le polemiche. Meglio: le polemiche riguardano il capo degli ispettori. Sono state le deputate del Pd Pina Picierno e Donatella Ferranti (capogruppo in commissione Giustizia di Montecitorio) a sollevare il problema, presentando un’interrogazione parlamentare. Scrivono le deputate: «Non entriamo nel merito della scelta del ministro di inviare gli ispettori a Napoli e a Bari. Ma resta irrisolta la questione della permanenza di Arcibaldo Miller, magistrato napoletano e capo dell’ispettorato di via Arenula, il cui nome risulta, da articoli di stampa mai smentiti, presente nell’inchiesta sulla P3 condotta dalla Procura di Roma».

Per Picierno e Ferrante «la permanenza di Miller in carica rischia di compromettere, anche sotto il profilo dell’immagine, la garanzia dell’indipendenza e terzietà  dell’organo ispettivo, potendo addirittura arrivare a pregiudicare la trasparenza dell’azione del ministro».

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