Interrogazioni su Frattini-Lavitola “Via i faccendieri dal ministero”

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ROMA – Frattini chiarisca. Ammetta di aver sbagliato. Dica cosa ci faceva alla Farnesina Valter Lavitola. Di cosa dovesse parlare con l’allora ministro degli Esteri albanese Ilir Meta, quale fosse l’affare così importante che il giornalista faccendiere voleva trattare con l’esponente del governo di Tirana. La richiesta non è più solo verbale: il Partito democratico e l’Italia dei Valori hanno presentato due interrogazioni parlamentari alla Camera. Dario Franceschini chiede a Frattini di riconoscere il suo errore, e di spiegare: «La questione non è se si trattasse di una occasione ufficiale o ufficiosa – scrive il capogruppo pd – vogliamo sapere i motivi per cui un personaggio come Lavitola abbia potuto mostrare una vicinanza equivoca anche nei confronti della Farnesina».
La foto di mercoledì – lo scatto ritrovato da una giornalista della televisione albanese Tch e rilanciata da Repubblica. it – non lascia dubbi: ci sono Frattini, Lavitola e Meta che parlano fitto dopo un incontro ufficiale alla Farnesina, il 21 ottobre 2009. «Era nella sala delle conferenze stampa, non era un momento istituzionale», si è giustificato il ministro degli Esteri, ma non basta. Anche perché prima di quelle foto sono arrivate le intercettazioni, le lunghe telefonate in cui si sente Lavitola parlare confidenzialmente con la segreteria dei ministro, e insistere per quell’incontro.
«Frattini deve presentarsi in aula e fare luce su una vicenda che le sue precisazioni hanno reso grottesca», scrive nella sua interrogazione il capogruppo Idv Massimo Donadi, e domanda: «Come può il ministro di un grande Paese presentarsi a incontri istituzionali con Lavitola? Quali rapporti intercorrono tra i due e quali interessi ci sono in ballo?». L’Idv chiede le dimissioni di Frattini: per quel che è accaduto, e per aver mentito agli italiani. Passo indietro preteso anche dai parlamentari di Futuro e libertà , che dei rapporti tra il ministro e Lavitola si sono interessati fin dai tempi dello scandalo sulla casa di Montecarlo di Fini. Il 28 gennaio 2011, infatti, Frattini entrò nella vicenda chiedendo al governo dell’isola di Santa Lucia le carte segrete che avrebbero dimostrato che la casa del principato era stata venduta a Giancarlo Tulliani, cognato del presidente della Camera. Quelle carte se le era già  procurate Lavitola, con un apposito viaggio nell’isola caraibica. Le aveva pubblicate sull’Avanti! il 2 ottobre 2010. A gennaio Frattini le chiese per vie ufficiali, le portò alla magistratura, e per questo venne accusato da un militante fli di abuso di ufficio. Non è un caso, quindi, che il deputato finiano Aldo Di Biagio chieda a Frattini di «chiarire a quale titolo Valter Lavitola sia in possesso di un tesserino di colore rosso per accedere alla Camera, solitamente rilasciato agli assistenti parlamentari e allo staff dei ministri, e perché fosse in compagnia del premier durante il famoso viaggio a Panama». E che Carmelo Briguglio allarghi la vicenda: «Trovo incredibile che Lavitola avesse libero accesso al cellulare del presidente del Senato Schifani – dice il vicecapogruppo fli – e che si rivolgesse al suo entourage con un tono confidenziale, a nome e per conto del premier». Briguglio chiede – anche lui – le dimissioni. La Farnesina non risponde. Frattini non ha ancora detto se, e quando, si presenterà  in Parlamento.


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