Intercettazioni, il Pdl vuole il blitz
by Sergio Segio | 3 Ottobre 2011 6:38
MILANO – Doppio appuntamento processuale, a Milano, per il caso Ruby. E su entrambi, cala il rischio di un rinvio.
Questa mattina, allo stesso orario, davanti al tribunale Silvio Berlusconi dovrà presentarsi per difendersi dall’accusa di aver arruolato una prostituta minorenne, la marocchina Ruby Karima, e dall’aver esercitato pressioni sulla questura, nel maggio del 2010, per ottenerne il suo rilascio dopo un fermo per furto. Simultaneamente, gli organizzatori delle serate arcoriane del bunga bunga, Emilio Fede, Lele Mora e la consigliere regionale del Pdl, Nicole Minetti, si dovranno invece presentare davanti al gup per tentare di evitare uno scomodo processo che li vede imputati di aver cercato prostitute.
Le novità più importanti sono attese dal dibattimento a carico del premier. I suoi legali, Niccolò Ghedini e Piero Longo, escludono la sua presenza in aula. Quello che non anticipano, però, sono le mosse che metteranno sul tavolo. Dopo l’approvazione da parte del Parlamento, del conflitto di attribuzioni di fronte alla Consulta (è stata sollevata l’incompetenza del tribunale ad affrontare il caso), sembra probabile che i due legali chiedano al collegio presieduto da Giulia Turri, di stoppare immediatamente il dibattimento, in attesa del verdetto della Corte Costituzionale. Di fronte a questo nodo, si sapranno i tempi del dibattimento. Di certo, i pm Ilda Boccassini e Antonio Sangermano, oltre a opporsi alla richiesta, tenteranno di fare muovere i primi passi al dibattimento, magari iniziando dalla convocazione dei testimoni.
Di più difficile lettura l’udienza preliminare a carico degli altri tre imputati. Mora, detenuto da giugno per il crac della sua agenzia di star, è ricoverato in ospedale da giovedì scorso per un calo di pressione. Non è escluso che i suoi legali chiedano un rinvio a causa delle sue condizioni di salute. Davanti al gup, intanto, si materializzerà la costituzione di parte civile per un’altra ospite delle serate del Cavaliere, una giovane marocchina che ha avuto il coraggio di denunciare i dettagli del bunga bunga, solo poche settimane fa.
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