Intercettazioni, il centrodestra si divide i “falchi” bloccano ogni mediazione

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ROMA – L’opposizione alla legge bavaglio fa breccia nel Pdl. Dove c’è preoccupazione e maretta su una legge che s’annuncia catastrofica contro indagini e giornali. Enrico Costa e Manlio Contento lavorano ad emendamenti, da presentare martedì alle 14, che stringono ancora di più le maglie della pubblicazione, ma dalla pancia del Pdl arriva un brusio di protesta. Il timore è l’effetto boomerang di una legge che azzera il diritto di cronaca. Non passano inosservati i segnali del Terzo polo, Casini, Vietti, la Bongiorno. Il Pdl si divide tra falchi e colombe. Chi, come Cicchitto e Gasparri, insiste per il bavaglio, chi mira al risultato, come Ghedini, di chiudere la storia infinita di una legge che si trascina dal giugno 2008.
Appena due giorni fa Giulia Bongiorno, presidente finiana della commissione Giustizia della Camera, dopo un vertice del Terzo polo, era stata lapidaria: «Dico un chiaro no al tentativo dell’amico Ghedini di vietare non solo la pubblicazione delle conversazioni, ma anche la notizia dell’avvenuta conversazione». Era un no deciso ad “impiantare” la Mastella nella legge Alfano. Giusto quello che stanno facendo Costa e Contento. L’Udc lancia segnali. Venerdì il vice presidente del Csm Michele Vietti («Segreti gli ascolti che riguardano terzi non coinvolti nelle indagini»). Ieri il leader Casini: «Se la maggioranza vuole fare una legge equilibrata sulle intercettazioni, il Terzo polo ci sta, se è una vendetta contro i magistrati non se ne parla».
Per il Pdl, con l’Udc stanno trattando il Guardasigilli Nitto Palma e il capogruppo in commissione Giustizia Costa. L’oggetto è chiaro. Se il testo dovesse restare quello oggi in aula, frutto del compromesso Fini-Bongiorno-Berlusconi, allentando la stretta sui blog, l’Udc è disposto al sì. Ma se il Pdl si ostina con la Mastella, se pretende che «né per riassunto né nel contenuto» si possano conoscere le intercettazioni, allora non c’è margine. Media pure il presidente del Senato Schifani («Non pubblichiamo intercettazioni che toccano la vita delle persone o fatti che non hanno rilevanza penale»). Il Pdl “vede”. Come andrà  il voto sulle pregiudiziali. Quanto duro sarà  l’ostruzionismo. Se la maggioranza è compatta. Poi opterà  tra linea dura con fiducia o bavaglio soft.


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ROMA — Ad un certo punto, tra la Camera e il Senato, dove si stava per votare la fiducia sulla manovra, si diffonde rapidamente una voce: «Dicono che vogliono metterci anche le intercettazioni…». L’ipotesi viene subito smentita, ma in questi giorni nervosissimi del Parlamento tutti si aspettano tutto. E quindi: questa mattina, salvo sorprese clamorose, in Consiglio dei ministri non ci saranno provvedimenti sulla pubblicazione degli ascolti telefonici.

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