+Inflazione – consumi =………….
Insomma, i prezzi salgono e l’economia non cresce, per cui il nostro carrello è ogni giorno un po’ più vuoto, mentre il potere d’acquisto degli stipendi viene mangiato a colazione e i consumi crollano. C’è da indignarsi, oltre che preoccuparsi, se si vanno a vedere i numeri dell’inflazione di questi anni: era allo 0,8 nel 2009, all’1,5 nel 2010, al 3% oggi. E il peggio potrebbe ancora venire. Perché sommando gli effetti dell’ultima manovra del governo alla tendenza inflattiva, la situazione dovrebbe farsi insostenibile. Due instantanee. Una dall’America: la fiducia dei consumatori americani, misurata dall’Università del Michigan, è scesa in ottobre ai minimi dal maggio 1980. Un’altra dall’Europa: ce la fornisce una ricerca di Ipsos, condotta in Italia e in altri quattro paesi (Germania, Polonia, Spagna Regno Unito). Di fronte a questa nuova crisi, rilevano i ricercatori, i consumatori sono diventati più insicuri e attenti, ed hanno modificato le loro abitudini di acquisto. In nove casi su dieci il cittadino italiano va a caccia di sconti, tanti confrontano i prezzi su Internet e hanno fiducia nelle associazioni dei consumatori. Quelli che non hanno quasi più capacità di spesa, qui ovviamente non ci sono. Un nuovo esercito di invisibili.
Concorsi pubblici:
se partecipi, paghi
Nel frattempo, il governo Berlusconi è ancora in piedi, barcollante ma lì. Dopo il voto alla camera di ieri, si è tenuto un consiglio dei ministri in cui è stato votato all’unanimità (altre che palle tipo l’opposizione della Prestigiacomo, o di Fazio, o di Romani) il pacchetto di Tremonti (un altro sempre lì lì, ma poi tutti ingoiano). Tra altri tagli e balzelli, due in particolare ci sembrano più a prova di indignazione. Il primo è una tassa sui concorsi pubblici. Cari ragazzi e ragazze, volete davvero entrare nell’amministrazione pubblica? Per fare file mostruose e avere una possibilità in genere su diecimila (sempre che i concorsi non siano congelati ancora, visto l’aria che tira), dovete prima pagare una nuova tassa fra i 10 e i 15 euro, quale – recita il testo di Tremonti – «diritto di segreteria». Il secondo punto di disonore è la cancellazione di un miliardo alla voce edilizia sanitaria. Come se gli ospedali pubblici del paese, al pari delle scuole, fossero in buona salute.
Bankitalia: peggiora
per i giovani
Il bollettino di Bankitalia di ieri porta infine due notizie. La prima è che il debito pubblico è sceso di un pelo sotto i 1900 miliardi. E la disoccupazione giovanile è in calo, ma solo per una contrazione dell’offerta lavorativa. «Il mercato peggiorerà – dice Bankitalia – soprattutto per giovani e meno istruiti. E in questo contesto le imprese continuano a privilegiare assunzioni con forme contrattuali flessibili».
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