Il premier: difficoltà  per la nomina a Via Nazionale

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PARIGI – Inutile chiedere a Mario Draghi cosa pensa del tourbillon di incontri romani sulla sua successione in Banca d’Italia. Il governatore e prossimo presidente della Bce, saluta e s’infila in macchina di corsa, per andare al vertice del G20. Ma mentre lui è a Parigi, a discutere di salvataggi e governance Ue, a Roma il premier Berlusconi, dopo aver incassato la fiducia, assicura che la scelta «sarà  fatta entro il primo novembre», quando Draghi traslocherà  a Francoforte e che comunque «non c’è bisogno di una accelerazione». In realtà  il presidente del Consiglio sta cercando di sbrogliare la matassa, ma «persistono delle difficoltà », vi sono ancora «ostacoli da superare», secondo quel che filtra al termine della giornata: «Ci sono tanti nomi, tante possibilità », ammette il premier. E così, in un giorno non proprio semplicissimo per lui e il suo governo, non solo incontra Lorenzo Bini-Smaghi, il membro italiano del board della Bce, anch’egli tra i candidati al vertice della Banca, ma sale al Colle, a discutere ancora una volta pure di questa nomina con il Capo dello Stato.
Il solo «contatto» con Bini-Smaghi, come già  era accaduto nell’incontro con Fabrizio Saccomanni, il candidato «interno» sostenuto da Draghi, scatena una ridda di voci su una possibile investitura ufficiale del banchiere fiorentino per la poltrona numero uno di palazzo Koch. Sembra però che il faccia a faccia sia servito soprattutto per capire quando Bini-Smaghi lascerà  effettivamente il board, come promesso sia a Berlusconi che al presidente francese Sarkozy. La Francia, come si sa, rivendica una presenza a Francoforte. Teme che alla riunione d’inizio dell’era Draghi, prevista per il primo novembre, il Paese non sarà  rappresentato, come già  lamenta la stampa francese, sostenendo che sarebbe «la prima volta» dalla nascita dell’euro.
Dall’Eurotower tuttavia fanno sapere che non è, non sarebbe così: anche nel passaggio tra Noyer e Trichet, nel periodo 2002-2003, Parigi è stata senza una sedia per ben 17 mesi. Comunque, Berlusconi vuole certezze da Bini-Smaghi.
Non intende ritrovarsi faccia a faccia con Sarkozy, domenica prossima al vertice dei capi di Stato della Ue, senza avere una risposta in tasca. Per la cronaca: finora il nome di Bini-Smaghi è circolato per la presidenza dell’Antitrust e dell’Autorità  per i lavori pubblici, oltre che per via Nazionale insieme a quello di Saccomanni e di Vittorio Grilli, direttore generale del Tesoro, sponsorizzato dal ministro dell’economia, Giulio Tremonti. Anche Bini-Smaghi è atteso a Parigi per il G20.
Terminato questo colloquio, il presidente del consiglio sale al Colle dove pure, tra le mille questioni, emerge il caso banca d’Italia. A Giorgio Napolitano, Berlusconi promette che sta lavorando per trovare una soluzione.
Si dice pure che starebbe vagliando la possibilità  di individuare un nome nuovo, un candidato diverso, per uscire dall’impasse. Ma non è semplice. E di nuovo il Capo dello Stato gli ricorda che tocca a lui formulare la proposta di nomina. E che in questa delicata e urgente partita, vanno rispettate le procedure di legge, che sono esse stesse garanzia per l’indipendenza di via Nazionale.


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