Il Pdl recupera consensi. Effetto Grillo, Pd in calo

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Ma, a fronte di queste forti difficoltà , l’esecutivo gode di un elemento che gioca a suo favore: anche le forze di opposizione sono travagliate da analoghi, se non talvolta più intensi, conflitti interni ciò che rende anche per loro assai complesso esercitare un’azione incisiva. Il centrosinistra — e lo stesso Pd — appare diviso anche su scelte e orientamenti fondamentali, quali, ad esempio, il giudizio sulle richieste contenute nella lettera inviata a suo tempo dalla Bce, l’opportunità  di rendere più flessibili i contratti di lavoro o — è il caso più recente — la proposta di elevare l’età  pensionabile.
Questo quadro di incertezza che caratterizza entrambi i poli si riflette nella distribuzione delle intenzioni di voto. Che vede nelle ultime settimane un rafforzamento relativo dell’area di centro — specie per ciò che concerne Fli — vista come possibile alternativa alla scelta diretta verso le due coalizioni maggiori. E mostra, al tempo stesso, un trend che per molti può costituire una sorpresa: un lieve incremento del seguito virtuale del Pdl e, contemporaneamente, una erosione del consenso al Pd. Quest’ultima può essere dovuta, come si è detto, all’effetto paralizzante dei conflitti interni — sul programma e sulla leadership — che finisce con il togliere credibilità  allo stesso Bersani. Parte dei voti in uscita dal Pd sembrerebbero essersi diretti verso il Movimento di Grillo.
Viceversa, l’andamento (non sappiamo se temporaneo o meno) di parziale crescita del Pdl pare provenire da un parziale ripensamento dei molti che, nei mesi scorsi, avevano abbandonato l’opzione per il partito di Berlusconi per rifugiarsi tra gli indecisi: non a caso, in queste ultime settimane il numero di chi non si pronuncia sulla propria scelta di voto ha subito una contrazione.
Al di là  di questi mutamenti parziali, però, il quadro complessivo delle intenzioni di voto resta sostanzialmente stabile e continua a vedere il centrosinistra superare — attualmente di 7 punti — il centrodestra. Ciò non significa, tuttavia, un’automatica prevalenza nel risultato elettorale, in quanto appaiono determinanti le scelte di alleanza dei partiti di centro, che possono, di fatto, determinare la vittoria dell’una o dell’altra coalizione. La maggioranza dei votanti per il terzo polo pare preferire tuttavia una collocazione autonoma.
Spesso indipendentemente o quasi dalle loro scelte di voto, tutti gli elettori chiedono al governo, seppure in forme diverse, di procedere celermente con iniziative concrete che favoriscano lo sviluppo del Paese e, al tempo stesso, contribuiscano a ridurre la spesa pubblica. Quali sono, nello specifico, queste richieste? Sono elencate nella tabella qui a fianco. Alcuni provvedimenti, come si è detto, risultano auspicati dalla quasi totalità  della popolazione: ad esempio, ridurre il numero dei parlamentari, combattere più efficacemente l’evasione fiscale, incentivare le imprese che assumono e favorire la nascita di nuove attività . Anche l’idea di una qualche forma di tassa patrimoniale è vista con favore dalla maggioranza dei cittadini.
Viceversa, il provvedimento di cui più si è discusso in questi ultimi giorni, l’elevamento dell’età  pensionabile, suscita diffuse perplessità . Solo l’8% degli italiani lo giudica «molto opportuno», mentre un altro 12% lo definisce «abbastanza opportuno». Nell’insieme, dunque, quattro italiani su cinque condannano questa prospettiva. La percentuale di contrari appare più elevata tra i votanti per i partiti di opposizione e per la Lega, ma è molto consistente anche all’interno della base elettorale del Pdl.
Un’altra difficoltà  per l’esecutivo, che vede la contrarietà  di una quota significativa dei suoi stessi sostenitori, proprio su uno dei provvedimenti simbolo della manovra progettata.


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