Hessel: io cattivo maestro? I teppisti non sono Indignati
Partigiano, scampato ai lager nazisti, ambasciatore di Francia, redattore della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: Stéphane Hessel, 94 anni giovedì prossimo, si è trovato protagonista di una protesta planetaria grazie a un esile libretto di neanche 30 pagine. «Indignez-vous!» è uscito in Francia con una prima tiratura di 8000 copie (Indigène éditions) il 21 ottobre 2010. Un anno e molte edizioni dopo, «Indignatevi!» ha raggiunto i tre milioni di copie nel mondo, mentre continuano le traduzioni, dal cinese al finlandese. Nel maggio scorso, è in omaggio al libro di Hessel che gli «Indignados spagnoli» hanno dato il nome al loro movimento, poi allargatosi a tutto il Pianeta come si è visto sabato.
In Italia, la manifestazione di Roma ha fatto notizia per gli incidenti. Che cosa risponderà , signor Hessel, a chi la accuserà di essere un cattivo maestro? «Nessuno potrebbe farlo se non in malafede. Le 30 pagine del mio libro sono una continua esortazione a ribellarsi alle ingiustizie, ma attraverso i metodi della non violenza. Io credo che ad avere determinato il successo di “Indignatevi!” in tutto il mondo sia stata proprio la sicura scelta a favore della non violenza. È anche per questo che tante persone perbene hanno apprezzato quelle pagine. Tanto bisogna ribellarsi ad alta voce contro le storture di questa epoca, quanto è giusto farlo con sistemi pacifici. Per tutta la vita mi sono battuto contro la guerra e a favore della pace. Un’alternativa tra silenzio o violenza non esiste».
Che cosa dice ai ragazzi con le bombe carta di Roma? «Che non hanno capito niente del mio libro. Ma, in realtà , sono certo che non lo hanno neppure letto. Io sto con le migliaia di persone che anche a Roma, e in tutto il mondo, sono scese pacificamente in piazza per protestare contro gli insopportabili mali del nostro tempo».
Poco prima che a Roma i black bloc conquistassero la scena, a Graz Stéphane Hessel diceva alla folla radunata in strada che «il mondo è minacciato da due pericoli fondamentali, la distruzione ambientale e lo spaventoso e crescente divario tra ricchi e poveri. Ma è così bello vedere tante persone che riescono a unirsi pacificamente in tutto il mondo».
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