Grecia. Un’iniezione di Germania

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Giovedì 6 ottobre, verso le 11 di sera, il ministro dell’economia tedesco Philipp Rà¶sler usciva dal suo albergo di Vouliagmeni per fare due passi sulla vicina spiaggia. Era una bella notte serena. Una leggera brezza portava l’odore dei pini e le note di lounge music di un bar vicino. Il mare calmo evocava l’epopea omerica, gli intrighi dell’Olimpo, gli eroi di Sofocle e le allegorie di Platone. Difficile immaginare che la Grecia sia sull’orlo del baratro, che in mancanza di un via libera della troika (Fmi, Bce e Commissione europea), Atene potrebbe dichiarare fallimento il mese prossimo.

L’Europa litiga da 18 mesi sul modo migliore per combattere una crisi che minaccia l’euro. La vigilia dell’arrivo di Rà¶sler, un nuovo sciopero generale contro le drastiche misure decise dal governo di Papandreou ha paralizzato il paese. E mentre il ministro tedesco circondato dalle sue guardie del corpo faceva una passeggiata, dei greci mascherati da Hitler manifestavano davanti all’ambasciata tedesca ad Atene. L’anno prossimo il tasso di disoccupazione dovrebbe avvicinarsi al 20 per cento, dopo quattro anni consecutivi di recessione.

Tuttavia Rà¶sler non è andato ad Atene per assaporare l’atmosfera della Grecia antica, ma per offrire l’aiuto della Germania, primo partner commerciale del paese con scambi annuali dell’ordine di otto miliardi di euro. Da molto tempo Berlino ha capito che per uscire da questa situazione non si deve solo costringere Atene a ridurre drasticamente le sue spese pubbliche: si deve cambiare modello economico e, possibilmente, adottarne uno tedesco.

Rà¶sler è a capo di una delegazione di circa 70 imprenditori e responsabili di istituti bancari che portano idee, consigli e capitali. Questa iniziativa è complementare al lavoro della task force della Commissione europea, creata in luglio per rilanciare l’economia greca e presieduta dal tedesco Horst Reichenbach. A riprova che questa visita è presa sul serio, Rà¶sler è stato ricevuto dal premier e ha incontrato i ministri delle finanze, dell’economia e dell’energia.

È proprio in quest’ultimo settore che il governo tedesco vede le maggiori opportunità , in particolare nel campo del solare. Con una media di oltre 300 giorni di sole all’anno, la Grecia dispone di un potenziale enorme, che finora non ha sfruttato: appena 350mW di capacità , rispetto ai circa 20gW della Germania. “Il paese ha un interessante sistema di tariffe garantite, il problema è che gli investitori non sanno come sviluppare questa attività “, spiega Dirk Janssen dello studio Watson, Farley & Williams.

Atene vuole arrivare a ottenere 10gW sul proprio territorio con il progetto Helios, che dovrebbe esportare l’elettricità  verde anche in Germania. A giugno Berlino ha deciso di uscire entro dieci anni dal nucleare e deve trovare fonti alternative. Angela Merkel ha dichiarato la settimana scorsa che sarebbe meglio produrre energia solare dove le condizioni sono ottimali. Vendere l’energia solare greca ai consumatori tedeschi è un compito difficile da un punto di vista tecnologico e giuridico. Ma i produttori tedeschi si dicono pronti a finanziare fino al 5 per cento dei 20 miliardi di euro di investimenti necessari per Helios. “A condizione che l’Ue partecipi all’investimento”, avverte Frank Asbeck, responsabile della tedesca Solarworld.

Il problema è proprio il finanziamento. Ralf Ketteler, capo progetto dell’impresa eolica tedesca Wpd, conferma che “il momento è molto difficile, ma si lavora molto e ci sono possibilità  soprattutto attraverso la Kfw”. Berlino riserva infatti un ruolo molto importante alla banca pubblica nel suo piano di aiuti alla Grecia, attraverso le collaborazioni con le società  greche. A sua volta la KfW si propone di aiutare le autorità  greche a creare una loro banca pubblica di sostegno alle piccole e medie imprese.

La banca greca potrebbe finanziare progetti non solo nel settore delle energie rinnovabili, ma anche nel turismo, nella sanità  e nell’informatica. “In Grecia ci sono molti giovani informatici molto preparati”, assicura Volker Treier, esperto delle camere di commercio e dell’industria. Le imprese tedesche avrebbero tutto l’interesse ad assumerli, perché qui il costo del lavoro è più basso che in Germania. Si parla anche di progetti di case di riposo per i pensionati, visto il rapido invecchiamento della popolazione tedesca.

Come nella Ddr

Ma perché tutto questo funzioni ci vorranno delle riforme radicali, ha ripetuto con insistenza Rà¶sler. Nel corso degli incontri a Berlino che hanno preceduto il viaggio, i collaboratori del ministro hanno evocato la necessità  di un “cambiamento di mentalità “. Rà¶sler ha ribadito ai suoi interlocutori che diverse grandi imprese tedesche, fra cui Bayer, Deutsche Telekom, Siemens e Fresenius, cercano da anni e senza successo di ottenere il rimborso dei loro crediti dalla Grecia. Non vi potranno essere investimenti massicci senza un quadro normativo più chiaro e una migliore amministrazione.

Le autorità  tedesche sono pronte a inviare funzionari in Grecia per aiutare a riformare il sistema. Forte dell’esperienza della riunificazione, quando la Treuhand ha organizzato la vendita degli attivi dell’ex Ddr, la Germania vuole collaborare alle privatizzazioni greche. Un altro settore nel quale si dovrà  agire rapidamente è la realizzazione di un catasto affidabile.

“Attualmente non si sa a chi appartiene questa o quella parcella”, afferma Treier. Rà¶sler suggerisce ad Atene di imitare la Polonia, che dopo la caduta della cortina di ferro ha tratto grande profitto dalla creazione di zone economiche speciali con un trattamento fiscale privilegiato. (traduzione di Andrea De Ritis)


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