by Sergio Segio | 21 Ottobre 2011 6:17
MILANO – Dopo sette anni, la Mifid si rifà il look, aggiornando alcune disposizioni alle innovazioni finanziarie ma, soprattutto, prendendo atto dei danni che alcune forme di liberalizzazione estrema nelle modalità degli scambi avevano provocato. Per questo, ieri, la Commissione europea ha partorito la nuova bozza di regolamento sugli strumenti finanziari, che ora dovrà passare al vaglio del Consiglio Ue e dell’Europarlamento. «Riportiamo la morale laddove era sparita», ha spiegato il commissario Ue al Mercato Interno Michel Barnier, che ha fatto del restyling della Mifid un suo cavallo di battaglia.
La filosofia della revisione è di aumentare la trasparenza delle varie forme di contrattazione (in particolare di quelle che si svolgono fuori dalle Borse regolamentari), di effettuare un giro di vite sulla repressione dei reati più comuni in campo finanziario (prevedendo in tutti gli stati europei sanzioni penali per l’insider trading, ad esempio, come già accade in Italia) e di calmierare gli scambi automatizzati, quando questi possano portare a distorcere la formazione dei prezzi sul mercato (viene istituito anche il reato di “tentata manipolazione del mercato”).
Grande attenzione viene poi riservata al mercato dei derivati, ampliando i criteri di trasparenza anche su quelli sulle materie prime: in particolare vengono previste nuove piattaforme e tecnologie di negoziazione. I mercati over-the-counter verranno sostituiti dalle “piattaforme di negoziazione alternative” (Otf). Anche i cosiddetti crossing network, sistemi operati da società di investimento che lavorano sugli ordini internamente, dovranno passare attraverso gli Otf.
Non basta, ai regolatori verranno date più armi per controllare e reprimere eventuali abusi: potranno anche ottenere registrazioni telefoniche e informazioni sul traffico dati qualora vi sia il sospetto di un abuso del mercato. Sorvegliato speciale sarà il trading ad alta frequenza (anche detto high frequency trading, il trading elettronico fondato su algoritmi). In particolare, Bruxelles specifica quali strategie di negoziazione sono vietate: ad esempio piazzare ordini senza intenzione di negoziare, ma solo allo scopo di creare turbative di mercato (i cosiddetti “ordini civetta”). È prevista anche possibilità di limitare la quantità di ordini per partecipante alle transazioni, di ridurre la fascia di aumento o caduta del prezzo e si arriva fino al blocco delle negoziazioni in caso di movimenti significativi dei prezzi.
Non verranno abolite, ma subiranno un giro di vite anche le cosiddette dark pool, le “Borse alternative” nelle quali vengono negoziati grandi quantitativi di azioni senza che nella fase pre-trade i prezzi siano pubblici. Bruxelles propone di continuare a mantenerle solo nella misura in cui non provochino distorsioni di concorrenza e non riducano l’efficienza del processo che porta alla definizione dei prezzi. Infine le agenzie di rating: a novembre la Commissione proporrà di sospendere il rating dei paesi sotto programma, e di ridurre la dipendenza dalle valutazioni delle big three (Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch).
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