Eurozona, ritorno all’nferno?

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E «nel caso in cui i governi (europei) rispettassero a tutti i costi gli impegni di bilancio presi per il 2012, i grandi paesi europei dovranno adottare un nuovo piano di austerità  nei mesi a venire. Lo choc sull’attività  di questi paesi sarebbe allora potente: provocherebbe nel 2012 una recessione violenta per alcuni paesi, che raggiungerebbe meno 3,9% in Italia e meno 2,6% in Gran Bretagna. La recessione sarebbe vicina a meno 1,6% in Francia e in Spagna e debole in Germania (meno 0,3%)». Anche la locomotiva Germania, cioè, andrebbe in recessione, il pil europeo scenderebbe dell’1,8% l’anno prossimo. La disoccupazione esploderebbe in tutta Europa.
L’Ofce condanna le scelte che la Ue sta effettuando in questi giorni e che dovrebbero venire ufficializzate con il Consiglio europeo del 23 ottobre: «Lo scenario che bisognerebbe a tutti i costi evitare è quello di un default della Grecia, più ancora se questo default si accompagna da un’uscita dalla zona euro». Atene si avviterebbe nel circolo infernale della spirale austerità /recessione/più austerità  ecc., con il paese messo definitivamente sotto tutela, con fallimenti a valanga dei privati, impegnati in euro. Il default di un paese aprirebbe la strada al dubbio che altri stati a rischio (Italia compresa) possano seguire la stessa strada.
E’ urgente
evitare il contagio
L’urgenza, per l’Ofce, è di evitare ogni contagio: «Solo una garanzia di finanziamento illimitato dei debiti pubblici da parte della Bce permetterebbe di rassicurare completamente i mercati» (del resto, è quello che fa la Fed rispetto al debito Usa). La zona euro ha complessivamente un debito pubblico inferiore a quello Usa o giapponese, la situazione di bilancio è migliore in Europa che nelle altre due grandi aree economiche occidentali, ma i trattati impediscono di agire (anche se la Bce ha cercato di sorpassare questo blocco, intervenendo però solo su meno del 5% dei titoli pubblici, soprattutto italiani, per 160 miliardi, una cifra molto piccola rispetto ai 6mila miliardi di debito pubblico europeo complessivo). La strategia proposta dall’Ofce è di dare ai mercati la certezza che i titoli pubblici sono «sicuri». Il default della Grecia, al contrario, avrebbe lo stesso effetto dirompente che ebbe il fallimento della Lehman Brothers nel 2008. Contemporaneamente, bisogna dare tempo alla Grecia di recuperare e rimborsare, cosa che l’Ofce ritiene possibile (h i margini per riprendersi, dopo un crollo del 20% del pil in 5 anni). Gli economisti dell’Ofce paragonano le pressanti richieste rivolte ad Atene alle riparazioni di guerra imposte alla Germania dopo la prima guerra mondiale, con le conseguenze storiche che sappiamo. L’Europa ha tardato a reagire: il debito greco è di 350 miliardi di euro, ma la capitalizzazione bancaria ha già  perso in questa crisi mille miliardi (per le tabelle www.ofce.sciences-po.fr).


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