Esplode la rabbia degli alluvionati fango contro l’auto blu di Matteoli

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AULLA – Hanno lanciato fango contro il corteo delle auto blu dei sindaci e delle autorità  della Lunigiana che portava il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli nei posti dell’alluvione. Dopo un vertice in Comune ad Aulla, andavano a fare un sopralluogo lungo il fiume Magra dove un’onda anomala alta alcuni metri, ha spazzato via l’argine devastando case, scuole e negozi. Un gruppo di abitanti del paese ha preso di mira la Range Rover su cui viaggiava il sindaco di Pontremoli e alcuni consiglieri: probabilmente si sono accaniti contro quella vettura soltanto perché era l’ultima della fila, quella che si era attardata per far passare i camion della protezione civile. Un pugno ha centrato in volto il consigliere comunale della Lega Nord, Michele Lecchini che aveva il finestrino abbassato e che stava parlando con la gente, poi è stato colpito anche dal fango: «Non farò nessuna denuncia, capisco la disperazione di questa gente anche se non posso giustificare la violenza».
Sono giorni difficili nell’alta Toscana e anche in Liguria. Cresce la rabbia tra gli alluvionati. E cresce anche il bilancio dei lutti: i morti accertati dopo le piogge record di martedì sono saliti a sette, cinque a Borghetto, due ad Aulla. A Borghetto ieri i vigili del fuoco hanno estratto dalle macerie di una casa che si trova nella frazione di Cassana, dove scavavano da due giorni, il corpo di un uomo, un cittadino romeno. Sei ancora i dispersi, tutti sul versante ligure.
Il consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza per tutta quell’area al confine fra le due regioni, Liguria e Toscana, devastate dalle acque dei fiumi esondati: sono stati stanziati, secondo quanto ha spiegato lo stesso ministro Matteoli, 65 milioni di euro per i primi interventi. Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi ha annunciato ieri che aumenterà  il prezzo della benzina per aiutare l’area colpita dal disastro (l’accisa salirà  di 5 centesimi al litro a partire dal gennaio del prossimo anno). Ma nemmeno Rossi che ad Aulla era arrivato già  il primo giorno dopo l’alluvione, è stato risparmiato dalla rabbia della gente e a un cittadino che lo apostrofava ha replicato: «Vai a spalare anche tu che è meglio». Più tardi ha provato a spiegare quella reazione a nervi tesi: «Comprendo l’esasperazione, anche se quello che ha contestato me stava fumando una sigaretta fuori dal bar: quando mi ha visto, mi ha aggredito verbalmente e io gli ho risposto». Poco prima era toccato al sindaco di Aulla Roberto Simoncini sentirsi gridare «Assassino» da una donna che poi è scoppiata in lacrime. Altri abitanti hanno applaudito e qualcuno ha abbracciato il governatore. Sentimenti contrastanti per gente che è ancora sotto shock e che si fa mille domande su cosa abbia generato dal fiume Magra quel muro d’acqua di 4 o 5 metri che lo stesso sindaco ha definito uno «tsunami». Polemiche e proteste anche per i ritardi dei soccorsi, per le attrezzature che mancavano: «I primi soccorritori non avevano nemmeno le corde – detto il parente di una delle vittime – ma la Protezione civile non aveva inviato l’allerta meteo?». L’emergenza non passa, ancora frazioni isolate, strade interrotte, ad Aulla forse oggi torna l’acqua potabile nelle case. Ma sono cento le famiglie sfollate e oltre 120 le attività  commerciali devastate.


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