Escort, l’attacco del governo “Ispettori a Napoli e Bari”

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NAPOLI – Il procuratore chiedeva risorse, il ministro manda gli ispettori. Il capo dei pm di Napoli Giandomenico Lepore aveva comunicato al ministro della Giustizia Nitto Palma di essere stato costretto ad abolire lo straordinario del personale amministrativo per mancanza di fondi. Un allarme al quale via Arenula non ha dato risposte. Adesso però il Guardasigilli si prepara ad inviare gli ispettori a Bari e Napoli. E la mossa, che sarà  ufficializzata forse oggi alla Camera, riaccende lo scontro sulle inchieste che, partite dal caso escort, si sono estese ai rapporti fra l’imprenditore pugliese Giampaolo Tarantini e il premier Silvio Berlusconi.

A Napoli il ministro potrebbe chiedere accertamenti su tre punti: le modalità  con le quali, durante le indagini sul presunto ricatto al presidente del Consiglio, poi trasmesse per competenza a Roma e Bari, era stato sollevato dal segreto professionale l’avvocato Guido Quaranta, legale di Tarantini, sentito come teste.

Argomento rilanciato da un’assemblea dei penalisti pugliesi e al centro ieri di un botta e risposta fra il procuratore Lepore e il presidente della Unione nazionale Camere penali Valerio Spigarelli, entrambi ospiti di una tavola rotonda sulla riforma delle intercettazioni. «Abbiamo chiesto al giudice di valutare la questione – dice Lepore – chi afferma cose diverse non ha letto gli atti». Replica Spigarelli: «Il segreto professionale è un’area sacrale, è grave che un avvocato venga sollevato dal segreto anche in presenza di una lettura concorrente del giudice».

Gli ispettori potrebbero poi effettuare verifiche sulla tenuta dei dati sensibili presso gli uffici giudiziari napoletani alle luce di alcune fughe di notizie come la pubblicazione sul settimanale Panorama della richiesta di arresto per Tarantini e il faccendiere Valter Lavitola e le anticipazioni dell’Espresso della intercettazione fra Berlusconi e Lavitola. Gli accertamenti potrebbero riguardare inoltre le decisioni in materia di competenza territoriale. A Bari invece gli ispettori di via Arenula dovrebbero occuparsi dell’esposto del pm Giuseppe Scelsi che ha contestato al procuratore Antonio Laudati, che respinge le accuse, presunti ritardi nella chiusura dell’inchiesta sul caso escort, contrasto di cui si sta occupando in questi giorni anche il Csm. A Napoli intanto i magistrati protestano per la carenza di risorse. Il presidente del Tribunale, Carlo Alemi, avverte: «Manca personale, abbiamo 50 giudici in meno. Di questo passo non potremo più celebrare i processi».

Si infiamma anche il clima politico. Le deputate del Pd Donatella Ferranti e Pina Picierno non entrano nel merito della scelta del ministro di inviare gli ispettori a Bari e Napoli ma definiscono «irrisolta la questione della permanenza a capo dell’ispettorato di via Arenula di Arcibaldo Miller», citato in alcune intercettazioni dell’inchiesta P3 condotta dalla Procura di Roma. Per questa vicenda era stata aperta dal Csm una pratica nei confronti di Miller chiusa nel giugno scorso con l’archiviazione. Le condotte del magistrato erano state ritenute «in astratto» idonee a far ipotizzare una incompatibilità  ambientale, il Csm però ha applicato il presupposto in base al quale non si può applicare trasferimento d’ufficio a giudici fuori ruolo.


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