Eliseo, Hollande sfiderà  Sarkozy “Riaccenderò il sogno francese”

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PARIGI – Una vittoria senza ombre, senza tentennamenti, un successo che spazza via qualsiasi dubbio: Franà§ois Hollande sfiderà  Nicolas Sarkozy nella corsa all’Eliseo. E lo farà  con il conforto di una larga maggioranza ottenuta dai quasi tre milioni di simpatizzanti che hanno partecipato al ballottaggio delle primarie: il 56 per cento ha votato per lui, Martine Aubry ha dovuto accontentarsi di un misero 44 per cento. Accusato dai suoi avversari di essere “molle”, di abusare della sua immagine di uomo “normale”, Hollande è riuscito a imporsi come il leader più adatto per affrontare il presidente uscente: «Voglio ridare magia al sogno francese, voglio riaccenderlo», ha detto dopo la vittoria.
Il successo dell’ex segretario socialista è apparso netto fin dai primi dati parziali. Dietro Hollande si sono schierati tutti i candidati sconfitti al primo turno (Arnaud Montebourg, Ségolène Royal, Manuel Valls, Jean-Michel Baylet) e in apparenza sono stati ascoltati dai loro sostenitori, poiché tutti avevano invitato a dare una larga vittoria al candidato arrivato in testa al primo turno. Ségolène Royal è stata la prima ad applaudire la vittoria del suo ex compagno: «Le urne hanno dato ragione a questa logica politica: un candidato largamente in testa affinché la sua legittimità  sia incontestabile».
Subito dopo, Martine Aubry ha riconosciuto sportivamente la vittoria di Hollande: «E’ il candidato di tutti i socialisti, siamo tutti con lui, consacrerò tutte le mie energie perché sia il nuovo presidente». Senza ambiguità  né riserve, lei che aveva avuto qualche parola cattiva contro il rivale («la sinistra molle», «candidato del sistema») è stata molto fair, ha cercato di chiudere la polemica e annunciato che da oggi riprenderà  il suo incarico di segretario nazionale del Ps.
Dimenticare le primarie e le frecciate che i due candidati si sono lanciati sarà  il primo ostacolo da superare per Hollande. La sua vittoria rappresenta la terza sconfitta consecutiva dell’apparato centrale del partito: nel 1995 Lionel Jospin soffiò la candidatura al segretario del partito, Henri Emmanuelli; nel 2007 fu Ségolène Royal a imporsi contro tutti; adesso è stato Hollande a battere il numero uno del partito. Rimettere insieme i cocci, evitare che l’amarezza degli sconfitti si trasformi in una larvata ostilità  sarà  il primo compito di Hollande, che sarà  festeggiato e proclamato ufficialmente candidato socialista sabato prossimo durante una manifestazione nella capitale.
Le sue prime parole, del resto, sono andate in questa direzione. Appena arrivato alla sede del partito si è presentato ai militanti mano nella mano con la Aubry, l’ha baciate e per qualche minuto ha dimenticato la loro trentennale inimicizia. La mano tesa alla Aubry e agli altri leader è stato il suo leitmotiv: «Ho bisogno di unità , sono un uomo di unione». E nei tre discorsi fatti nel giro di mezz’ora (uno indirizzato ai francesi, due a braccio rivolti ai militanti socialisti e ai suoi sostenitori) ha martellato i complimenti a Martine Aubry, elogiato «la dignità » con cui ha ammesso la sconfitta, esaltato la fiducia nei dirigenti socialisti, insistito sul fatto che non c’è nessun candidato alle primarie sconfitto. Il tutto ben sapendo che nel 2007 proprio la solidarietà  del partito, di cui era segretario, mancò a Ségolène Royal.
Nell’immediato, Hollande ha annunciato che dopo la festa di sabato metterà  la sordina alla campagna, in attesa di riprendere verso gennaio. Si tratta di non esporsi troppo ai colpi della destra, di non lanciarsi in una campagna troppo lunga in attesa del primo turno delle presidenziali, fissato al 22 aprile.


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